Al processo Sarkozy-Gheddafi, le sfrontatezze di Alexandre Djouhri e le smentite dell’ex presidente della Repubblica

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Alexandre Djouhri, al suo arrivo a corte, a Parigi, il 6 gennaio 2025. GONZALO FUENTES/REUTERS

Il contrasto davvero sorprendente tra il prefetto Claude Guéant, “questo monaco dell’amministrazione” per Nicolas Sarkozy e il suo amico Alexandre Djouhri. “È arricchente, è lì, sembra austero, disse sorridendo l’uomo d’affari franco-algerino, ma, in effetti, è piuttosto gioviale. » Claude Guéant non si tira indietro, tanto più che Alexandre Djouhri è gioviale per due e si è presentato, lunedì 20 gennaio, al processo per sospetto di finanziamento libico alla campagna presidenziale del 2007, con le battute del parigino Titi, che a volte hanno messo in imbarazzo il suo amico, il ex capo di stato.

Djouhri in particolare ha descritto candidamente la sua incarcerazione a Londra, in attesa della sua estradizione. Assicura che era completamente nudo, appeso ad una catena e che i suoi carcerieri gli sollevavano gli attributi – lo spiega in termini più rozzi, alzando una gamba dopo l’altra per farsi capire. Leggero imbarazzo da parte del tribunale, che alla fine glielo ha chiesto «cambiare atteggiamento». Ma Alexandre Djouhri è così. Ha parlato con Nicolas Sarkozy, ministro degli Interni, e Claude Guéant dopo un solo pranzo al Bristol – “è piacevole parlare con loro”.

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