Censimento della popolazione: cosa si rischia non rispondendo alle domande

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Sarai uno dei francesi conteggiati quest’anno? Da giovedì 16 gennaio e fino a metà febbraio (per la Francia metropolitana), se vivi in ​​un comune con meno di 10.000 abitanti, potrai ricevere la visita di un agente dell’INSEE incaricato del censimento degli abitanti di una città. Termine spostato al 22 febbraio per i comuni con più di 10mila abitanti.

Quest’anno nove milioni di francesi dovranno rispondere al questionario dell’INSEE. Dipende dalle dimensioni del comune in cui vivi. Ogni cinque anni vengono conteggiati gli abitanti dei comuni con meno di 10.000 abitanti. Nei comuni con più di 10.000 abitanti il ​​censimento avviene ogni anno per una fetta pari all’8% degli indirizzi, che cambia ogni anno.

SÌ. Il governo presenta il censimento come “un atto obbligatorio, che riguarda tutti e che avvantaggia tutti”. Non appena si è interessati dalla procedura è quindi obbligatorio rispondervi. L’articolo 3 della legge n. 51-711 del 7 giugno 1951 prevede che gli interrogati siano tenuti a conformarsi alle rilevazioni statistiche dichiarate come tali dall’amministrazione.

Un eventuale rifiuto ti esporrebbe quindi ad una eventuale messa in mora tramite raccomandata da parte del Comune, oltre ad una sanzione di 38 euro in caso di “persistente rifiuto”. Anche fornire risposte “consapevolmente inesatte” può essere soggetto a sanzioni.

La procedura, avviata poi su richiesta del sindaco al tribunale di polizia, viene raramente attuata, sottolinea il sito specializzato Droit-finances.net. “Ogni anno abbiamo il 97% delle persone che rispondono a livello nazionale”, ha spiegato un funzionario dell’INSEE in un articolo di TF1.

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