L’oppositore russo in esilio Ilia Iachine ha annunciato venerdì su Telegram che la casa dei suoi genitori in Russia era stata perquisita, prima che fossero interrogati dalla polizia per un procedimento penale contro il figlio.
Ilia Iachine, attivista dell’opposizione liberale, è stata condannata alla fine del 2022 a otto anni e mezzo di carcere per aver denunciato “l’uccisione di civili” dall’esercito russo nella città ucraina di Boucha, vicino a Kiev. Mosca respinge queste accuse.
È stato rilasciato nell’agosto 2024 nell’ambito di un grande scambio di prigionieri tra la Russia e l’Occidente e da allora vive in Germania.
Secondo lui, questa ricerca è collegata ad un nuovo procedimento penale contro di lui, aperto a dicembre, per essersi rifiutato di dichiararsi “agente straniero”. Questo termine, che evoca la repressione sovietica, è accompagnato da pesanti vincoli amministrativi, pena sanzioni, e viene spesso applicato agli oppositori del presidente Vladimir Putin.
Dopo la perquisizione, i genitori del signor Iachine sono stati interrogati dagli investigatori, che hanno chiesto loro in particolare se fossero «e contatti» con il figlio e sapeva dove si trovava, secondo l’avversario. “Come se i servizi non sapessero dove mi hanno mandato loro stessi dopo avermi espulso dalla Russia”ha scherzato, aggiungendo che i suoi genitori si erano rifiutati di rispondere.
Questi ultimi, sostenendo il figlio durante le sue udienze, avevano acquisito una propria notorietà negli ambienti dell’opposizione.
Alla fine di dicembre Ilya Yashin è stato inserito nella lista delle persone ricercate dal Ministero degli Interni russo.
Le autorità russe hanno anche accusato uno dei pochi oppositori rimasti nel Paese, Lev Chlosberg, di non aver rispettato i vincoli legati al suo status di “agente straniero”. Questo politico liberale ha spiegato venerdì in un messaggio su Telegram che non ha più il diritto di lasciare la sua regione di Pskov, nella Russia occidentale.
Anche un altro attivista dell’opposizione russa processato, Konstantin Kotov, ha lasciato il Paese illegalmente. Secondo loro si trovava agli arresti domiciliari in attesa del processo.
Kotov è stato accusato di aver donato 3.500 rubli, ovvero una trentina di euro, al Fondo anticorruzione (FBK), un’organizzazione fondata dal defunto oppositore Alexeï Navalny e classificata come “estremista” in Russia. “Ho capito che giocare alla roulette con il tribunale e le indagini non aveva assolutamente senso”ha spiegato ai media Mediazona.