Una commissione sfavorevole
Ma la Commissione giuridica del Consiglio nazionale, che ha esaminato questa iniziativa, ha deciso di non darvi seguito lo scorso agosto, ritenendo che l’introduzione di un nuovo status nel Codice delle obbligazioni solleva interrogativi e temendo che questo status finisca per diventare obbligatorio o che questo quadro creerà ulteriori vincoli amministrativi. Altro punto sottolineato: il Consiglio Federale ha comunque effettuato una consultazione pubblica sugli obblighi di rendicontazione in termini di sostenibilità, i cui risultati non sono ancora noti.
Di fronte a questa posizione, Sophie Michaud Gigon ha ritirato la sua iniziativa in dicembre, rammaricandosi del lavoro approfondito della commissione sulle dimensioni economiche. “Questa iniziativa nasce proprio dalle aziende che vogliono il riconoscimento ufficiale di ciò che fanno e una semplificazione per l’accesso al mercato europeo, sempre più esigente in termini di sostenibilità, dal quale temono di essere tagliati fuori”.
Ma il consigliere nazionale preferisce non correre rischi, “in una legislatura in cui gli obiettivi progressisti vengono spesso respinti”. E continua: “Non vorrei che un eventuale rifiuto creasse un brutto segnale, mentre i gruppi economici cominciano a prendere coscienza, a mettere in discussione queste questioni. Il dibattito è in corso”.
Questa iniziativa è un passo, ritiene chi attende anche il risultato della consultazione del Consiglio federale, per “continuare questo impegno a favore delle PMI con nuove strade”.