Durante il suo 66° vertice, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) ha affrontato le sfide politiche, socioeconomiche e di sicurezza che ostacolano l’integrazione regionale. Al centro dei dibattiti, il ritiro dei paesi dall’Alleanza degli Stati del Sahel (AES) ha suscitato discussioni cruciali, con il rinnovato impegno del presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye per facilitarne la reintegrazione.
Domenica 15 dicembre l’organo supremo della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) ha tenuto il suo 66° vertice. Le discussioni si sono concentrate principalmente su questioni di sicurezza, socioeconomiche e politiche che ostacolano l’integrazione regionale. In questa occasione, l’organizzazione ha riaffermato il proprio impegno verso riforme profonde per affrontare queste sfide.
Tra i principali temi discussi, un posto centrale ha occupato l’annunciato ritiro dei paesi membri dall’Alleanza degli Stati del Sahel (AES). A questo proposito, il ministro degli Esteri beninese, Oleshegun Adjadi Bakari, ha precisato che “ La conferenza dei capi di stato dell’ECOWAS ha preso atto della decisione dei nostri paesi fratelli (dell’AES) e si è data sei mesi per organizzare l’attuazione, con la possibilità per loro di ritornare durante questo periodo. »
Per proseguire i negoziati con l’AES, l’ECOWAS ha rinnovato la sua fiducia al presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye, già incaricato nel luglio 2024 di guidare le discussioni. Nell’ambito di questa missione, il presidente senegalese visiterà presto i paesi interessati per favorirne il reinserimento. Questo approccio risponde anche ad una richiesta del Parlamento comunitario, che raccomandava una proroga del termine ultimo per il ritiro dei paesi dall’AES, inizialmente fissato al 29 gennaio 2025.
Mali, Burkina Faso e Niger, raggruppati nell’AES, hanno annunciato lo scorso gennaio la loro intenzione di lasciare l’ECOWAS, denunciando un’organizzazione che considerano sotto l’influenza francese. Tuttavia, sabato 14 dicembre è apparso un segnale di calma con l’annuncio da parte di questi paesi dell’apertura delle loro frontiere ai cittadini dell’ECOWAS.
AC/COSA
Senegal