Si ricorda che i punti critici sono molteplici e riguardano anche l’istruzione superiore (aumento delle tasse scolastiche per gli stranieri, costo raddoppiato delle equivalenze dei diplomi esteri, ecc.). Sul fronte del bilancio tutti i settori dovranno stringere la cinghia. La rete WBE vede diminuire lo stanziamento per le proprie scuole e ridurre del 2% il fondo dedicato agli edifici scolastici.
“Se andassimo molto bene potremmo concordare di fare uno sforzo ma qui ci manca tutto da anni. I tagli al bilancio per l’istruzione non sono comprensibili. Abbiamo paura di ciò che ci aspetta. Quale sarà il futuro per il bambini e per noi?preoccupa Célia Ponce, insegnante e rappresentante sindacale CGSP-Enseignement.
Il decreto programmatico e la sua visione per un’istruzione qualificata hanno acceso la polvere. Prevede l’eliminazione del 3% delle risorse per la supervisione dell’apprendistato (che, secondo i sindacati, rappresenterebbe una perdita di circa 500 posti di lavoro). Gli studenti adulti che hanno abbandonato la scuola verranno rimandati all’istruzione per adulti e gli studenti con un CESS non potranno più completare una 7a qualifica tecnica.
“Per la prima volta avremo un testo che vieta ai bambini di andare a scuola”denuncia Luc Toussaint, presidente della CGSP-Enseignement. “Stiamo andando verso la scomparsa del CESS negli studi professionali. Le eccezioni diventano la regola e questo non è normale. Con Valérie Glatigny è contro le classi lavoratrici. Si oppone all’istruzione e al mondo del lavoro reindirizzando gli studenti che frequentano la scuola da troppo tempo verso il mondo del lavoro.aggiunge Célia Ponce.
La rimozione dell’incarico per l’instaurazione di un contratto a tempo indeterminato non rassicura il mondo della scuola. Anche la promozione di sette anni di esperienza utile nel settore privato per l’insegnamento non è vista di buon occhio. Per non parlare della consultazione che i sindacati ritengono inesistente.
“Se il ministro non avrà nulla di concreto da proporre, temo fortemente che il clima sociale diventi incontrollabile. L’attenzione a non interrompere l’istruzione degli studenti rischia di essere infranta da azioni di sciopero nelle scuole che segnaliamo da mesi”.risponde Adrien Rosman, Coordinatore della Comunità SETCa – Settore Educazione Gratuita. “Abbiamo una base che richiede azioni più dure”. Roland Lahaye del CSC Enseignement fa lo stesso discorso: “Rischiamo di vedere il caos che non vogliamo. Lo sciopero è l’ultima risorsa. Dal 26 novembre ci è stato chiesto di inasprire i nostri toni. C’è molto disagio”.
Si dice che sia in preparazione un’azione di 48 ore dopo le vacanze.