Il 1° gennaio le pensioni di base aumenteranno finalmente del 2,2%.

Il 1° gennaio le pensioni di base aumenteranno finalmente del 2,2%.
Il 1° gennaio le pensioni di base aumenteranno finalmente del 2,2%.
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Si tratta di una cifra ben lontana dal risparmio sperato da Michel Barnier prima della sua caduta in seguito ad una mozione di censura. Per quanto riguarda le pensioni, tutte le pensioni di base aumenteranno infine del 2,2% il 1° gennaio, in linea con l’inflazione.

Si tratta di un aumento molto superiore a quello previsto dal governo, che non si era ancora dimesso, nel bilancio della Previdenza Sociale. “Ottime notizie” giudicano i sindacati.

Deficit abissale della previdenza sociale

Bercy e il governo sono arrivati ​​a questo aumento, secondo le consuete regole di bilancio, dopo aver destreggiato tra proposte e stime. Secondo la legge, le pensioni di base vengono aumentate ogni anno a partire dal 1° gennaio, indicizzate all'aumento medio dei prezzi al consumo (escluso il tabacco) rilevato dall'INSEE per l'anno precedente, da novembre a novembre. Ma per contenere l’abissale deficit della previdenza sociale – 18 miliardi di euro nel 2024 – il governo ha voluto deviare da queste regole nel 2025.

Inizialmente, l'esecutivo aveva annunciato un rinvio di sei mesi della rivalutazione delle pensioni, a luglio 2025, al tasso dell'1,8%, consentendo un risparmio tra 3 e 4 miliardi di euro, ma suscitando la rabbia delle opposizioni e subbugli anche nel governo coalizione.

Il governo ha finalmente concordato con la destra senatoriale un compromesso che dovrebbe “tutelare” i pensionati più precari: un aumento per tutti della “metà dell'inflazione”, ovvero dello 0,8%, da gennaio, con un supplemento aggiuntivo dello 0,8% per le pensioni inferiori a 1.500 euro nel mese di luglio.

Tale calcolo si è tuttavia basato sulle aspettative di inflazione dell’estate 2025 e non sull’inflazione media dell’anno precedente, come normalmente previsto dalla legge. “Una truffa!” », commenta a posteriori Paul Barbier, vicesegretario generale dell'UCR-FO, denunciando “comunicazione troncata”.

I sindacati applaudono

Dopo la mozione di censura, alla fine ha prevalso la legge e l'aumento meccanico sarà del 2,2%, secondo il Ministero del Bilancio e dei Conti pubblici. Ciò corrisponde a una spesa aggiuntiva di 6,5 miliardi di euro per la previdenza sociale (rispetto al 2024), ha precisato il ministero. Ovvero tra 3 e 4 miliardi in più rispetto al progetto del governo.

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“Dopo aver tentato con tutti i mezzi di non applicare la legge, il governo dimissionario è stato costretto a rispettarla”, ha commentato Force Ouvrière. “Se lo avessimo fatto a giugno, sarebbe stata una doppia perdita per le pensioni”, ha commentato anche il presidente della CFTC, Cyril Chabanier. Denis Gravouil, segretario confederale della CGT, ha accolto con favore “un'ottima notizia”. “Questo è ciò che ha chiesto la CFDT: che si applichi la legge”, ha sottolineato da parte sua Benoît Prince, segretario generale delle pensioni della CFDT.

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