La Services Industriels de Genève (SIG) è stata indagata questo lunedì mattina per omicidio colposo nella tragedia dell’Arve. Oggi le famiglie si sono confrontate con un rappresentante della SIG, alla presenza del procuratore generale Olivier Jornot. Non sono state presentate scuse da parte della società accusata.
Nel settembre 2022, due persone sono state trovate morte nel canale di scarico della centrale idroelettrica di Vessy, nel luogo in cui si trovava il sistema repellente per i pesci. Si sospetta che questa installazione sia la causa della morte. Gestita dalla SIG, la società è stata indagata per duplice omicidio colposo.
Vengono così accusati di “aver trascurato, o addirittura puramente e semplicemente abbandonato [la] manutenzione e [l’] colloquio [de l’installation]», si legge nel verbale odierno. Confrontate per la prima volta con il rappresentante del SIG incaricato dell’audit interno, le famiglie delle vittime chiedono conto.
“Insopportabile mancanza di considerazione”
Il padre di una delle vittime ha espresso il desiderio che i responsabili vengano puniti. Tuttavia, dopo la tragedia, nessun dipendente della SIG è stato sospeso in relazione alla procedura. Interrogato sulle eventuali misure disciplinari adottate nei confronti dei dipendenti coinvolti in questa tragedia, il rappresentante della SIG ha confermato che non è stato aperto nulla. “Sono arrabbiato e mi vergogno per la SIG”, ha tuonato il padre della vittima.
Paragonando l’atteggiamento della SIG a quello della Swissair dopo l’incidente aereo ad Halifax diversi anni fa, spiega che “il capo della compagnia aerea aveva espresso le sue condoglianze, si era espresso apertamente, aveva perfino offerto aiuto finanziario a coloro che lo desideravano. Per il GIS, niente, nemmeno una parola. Queste sono le famiglie che pagano i loro avvocati due anni dopo, senza una parola di scuse. Questa mancanza di considerazione, questa banalizzazione, mi è insopportabile”.
Condoglianze, solidarietà ma nessuna scusa
Il rappresentante del fornitore di energia assicura: “La SIG coopererà al 100% con la giustizia. Vogliamo che venga stabilita la verità e stabilite le responsabilità”, ma allo stesso tempo sottolinea che “nel dossier manca la causa principale. È stata negligenza o altre cose che hanno portato alla morte? Una dichiarazione sconcertante se si considerano le indagini della polizia di cui avevamo svelato i contorni.
“Queste due persone non dovevano andarsene quel giorno e l’atteggiamento della SIG per il momento è del tutto lunare”, si rammarica Me Thomas Barth, avvocato della famiglia di Olivier, morto dopo aver tentato di aiutare Elsa, la prima vittima. “Siamo in attesa che la procedura chiarisca le responsabilità del SIG. Spero che l’azienda ritorni a provare sentimenti migliori perché impedisce alle famiglie di soffrire”.
Ma “condoglianze e solidarietà” sono le uniche parole pronunciate stamattina dal rappresentante della SIG. Ancora nessuna scusa. Il procuratore generale si è addirittura interrogato: “Nel mandato che le ha dato la SIG, è previsto chiedere scusa alle famiglie da parte dell’azienda?” Risposta, dopo un lungo silenzio: no.
Alla richiesta di una dichiarazione ufficiale, il portavoce della SIG mantiene la posizione assunta durante l’udienza: “La SIG pensa alle famiglie delle vittime alle quali rivolge i suoi messaggi sinceri. La SIG spera che questa indagine permetta di comprendere cosa ha portato a questa terribile tragedia, che la verità emergerà e, se necessario, la SIG si assumerà pienamente le proprie responsabilità”.