Un montrealese colpevole di aver violentato una donna ubriaca incontrata in un bar giura di aver capito improvvisamente “molto di consenso”, tanto che dovrebbe evitare una lunga permanenza nel penitenziario.
• Leggi anche: Voleva “aiutare” la sua vittima ubriaca: un finto “buon samaritano” colpevole di stupro dopo una serata al bar
«Sono cambiato molto, ho imparato che quando c’è alcol con gli sconosciuti bisogna stare attenti. Quando qualcuno ha consumato droghe, è meglio evitare di fare qualsiasi cosa”, ha testimoniato Nicolas Pierre-Claude questo lunedì al tribunale di Montreal.
Lo stupratore 36enne ha così recitato alcuni principi fondamentali del consenso, sperando di poter scontare la pena sul divano di casa piuttosto che tra le mura del carcere, per il reato commesso nel 2018.
A quel tempo, Pierre-Claude andò con gli amici in un bar, dove incontrò uno sconosciuto completamente ubriaco. Dopo la chiusura, il gruppo ha trascinato la vittima in un appartamento. È stato lì che l’imputato l’ha violentata, dopo che lei era andata a vomitare.
“Non è in grado di parlare, muoversi, girarsi per guardare in faccia il suo aggressore o difendersi”, ha detto il giudice David Simon durante il verdetto.
In seguito al delitto, alla vittima venne detto che era stata lei a volerlo, mentre Pierre-Claude si presentò come un buon samaritano che aveva voluto aiutarla. Solo che la sua difesa di «non aver fatto nulla» non reggeva, soprattutto perché aveva trasmesso alla donna un’infezione genitale.
Richiesta punizione severa
Per la Corona lo stupratore merita fino a 3 anni di penitenziario, tenendo conto della gravità del delitto, ma anche dell’impatto sulla donna, ancora colpita sei anni dopo.
“La vita non è bella”, ha detto alla corte.
Nel caso di Pierre-Claude, invece, è il contrario. Ora ha un partner che lo sostiene, chi gli sta vicino è convinto che non abbia fatto nulla di male e continua a guadagnare circa 65.000 dollari all’anno.
“Sto molto bene”, ha detto, mentre il suo avvocato, David Leclair, ha suggerito due anni in meno al giorno da prestare a casa, servizio comunitario e libertà vigilata.
La Corona, tuttavia, ha sottolineato che, secondo un rapporto, Pierre-Claude “si percepisce come una vittima in trappola”. E se lo stupratore ha chiesto scusa alla vittima, è stato per gesti inventati, e non per lo stupro a cui l’ha sottoposta.
Il giudice ascolterà le memorie delle parti prima di pronunciare la sentenza in un secondo momento. Ma intanto ha voluto rivolgersi alla vittima per renderne omaggio al coraggio e alla determinazione.
“Ti ho creduto, ho accettato la tua versione”, ha detto. Ti auguro che un giorno la vita sia un po’ più bella. »