Sylla Onnipotente – Lequotidien – Giornale di informazione generale

Sylla Onnipotente – Lequotidien – Giornale di informazione generale
Sylla Onnipotente – Lequotidien – Giornale di informazione generale
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L’Assemblea Nazionale, risultante dalle elezioni legislative anticipate del 17 novembre, si insedierà questo lunedì, 2 dicembre 2024. La XV legislatura sarà caratterizzata, nei prossimi 5 anni, dalla stragrande maggioranza ottenuta grazie ai voti dei senegalesi dal partito al potere, Pastef-Les Patriotes. 130 posti su 165, mi dispiace. Tra gli onorevoli deputati che occuperanno l’Emiciclo ce n’è uno che ha la particolarità di chiamarsi Abdoulaye Sylla. L’uomo, conosciuto in politica solo di recente, siederà a nome della coalizione And Bessal Senegaal. La coalizione è stata costituita così in fretta che è legittimo interrogarsi sulle reali motivazioni del suo capolista. Se si vuole beneficiare dell’immunità parlamentare per ogni evenienza… allora missione compiuta e obiettivo raggiunto! Tanto di cappello, signore!

A torto o a ragione, il nome del neopolitico è infatti citato in diversi dossier relativi ad appalti pubblici o allo sfruttamento delle risorse minerarie. Non molto tempo fa è stato ascoltato per un presunto caso di trasporto di 2.700 chilogrammi d’oro all’estero. Si è allontanato libero dopo l’udienza presso la Divisione Investigativa Criminale. Il caso è stato chiuso? Aspetta e vedi.

Nel frattempo l’ABS è stato eletto deputato con il favore del resto più forte e godeva quindi dell’immunità parlamentare. Questa immunità lo immunizza da ogni procedimento giudiziario, salvo in caso di flagranza di reato o se viene revocata a seguito di una procedura prevista dalla legge.

ABS (per i suoi amici più stretti) ha presentato una denuncia contro alcuni azionisti del gruppo stampa E-Media Invest. L’autore di queste righe rientra nel suo target. La nostra colpa, che il signor Sylla cerca invano di camuffare sotto una fallace accusa di “abuso dei beni aziendali”, è di essere giornalisti e responsabili dei media che hanno dato prova di sé. E per questa reputazione costruita su lunghi anni di pratica e sacrificio, il nostro partner vuole a tutti i costi farcela pagare cara tentando di distruggere il nostro capitale di immagine. Per chi non lo sapesse, questo desiderio malizioso e malvagio, che abbiamo individuato molto presto nell’uomo d’affari, è sempre stato quello di ridurci a semplici sudditi di Sua Maestà. Quindi, a nulla.

Il suo ragionamento è diabolicamente semplice. Non riuscendo a fare un’Opa per il nostro gruppo (che contrariamente a quanto dicono non è maggioritario), tanto vale macchiarne l’immagine davanti all’opinione nazionale e internazionale.
In questa prospettiva, destinata comunque al fallimento, la terza alternanza avvenuta il 24 marzo 2024 con il plebiscito del tandem Diomaye-Sonko è una benedizione per Abdoulaye Sylla. Per realizzare il suo progetto, ha subito fatto del neoeletto Presidente della Repubblica e del suo Primo Ministro i suoi nuovi alleati. Alleati di circostanza, certo, ma alleati importanti, anche per un attimo fuggente. Il progetto di Sylla, per certi aspetti, è ora in The Project. Un osservatore del potere? Vai a capire.

L’obiettivo è duplice: liquidare il gruppo E-Media, per mancanza di capacità di addomesticarlo, ed eliminare politicamente un certo Mamoudou Ibra Kane che ha avuto la presunzione di impegnarsi in politica e di allearsi con il candidato classificato secondo nel corso della le ultime elezioni presidenziali, Amadou Ba in questo caso.
Diversi fatti attestano l’esistenza di una mano invisibile dietro le azioni di Sylla contro i suoi soci quali siamo noi.

Innanzitutto il caso rientra nel “fascicolo denunciato”, per usare il gergo giuridico consolidato. Come indica il nome, la questione viene segnalata, cioè portata all’attenzione delle autorità statali.

In secondo luogo, la denuncia presentata dal signor Sylla nel luglio 2024 rivela, al momento dell’indagine affidata alla Sicurezza Urbana, curiosità che forniscono informazioni sull’onnipotenza del denunciante. Insegniamo al primo anno di diritto che “l’onere della prova spetta al richiedente”. Ma nell’indagine preliminare scopriamo a nostre spese che questa legge fondamentale è capovolta. Goffaggine o apposta? In ogni caso, con nostra grande sorpresa, nel corso delle udienze l’onere della prova viene felicemente invertito. E qui siamo confinati nella posizione impotente degli imputati che devono dimostrare… di non essere colpevoli. Il denunciante è chiaramente esentato dal fornire la prova delle sue affermazioni. Questa stranezza, per non dire una deviazione nel modo di condurre l’interrogatorio, non solo è avvenuta in presenza dei nostri avvocati, ma è stata anche e soprattutto registrata nel verbale dell’udienza. Si prega la Procura e/o l’istruzione di tenerne conto!

Bisogna certamente chiamarsi Abdoulaye Sylla per beneficiare di tali favoritismi e, ciliegina sulla torta, essere risparmiati dallo scontro con le persone che accusa ingiustamente. Lo scontro inizialmente annunciato dagli inquirenti non avrà mai luogo.

Di cosa ci accusa esattamente l’ABS? Ebbene, nella sua denuncia prende di mira i seguenti reati presunti: abuso di beni aziendali, truffa, associazione per delinquere, fallimento… E poi che altro? La tazza è piena! Presunti reati che non si basano né su una relazione di revisione né su alcuna relazione del revisore. I nostri avvocati faranno il loro lavoro.

Altro elemento importante che dimostra la natura fallace di queste accuse, nessuno degli altri azionisti ha accolto le affermazioni di Sylla. Al contrario, nessuno dei nostri associati comprende il suo approccio, tanto meno lo sottoscrive.

Abdoulaye Sylla ci accusa in termini appena velati di esserci arricchiti a spese dell’azienda, anticipando una somma di 850 milioni anche se regolarmente registrata nella sezione “conto corrente associato” della casa editrice denominata “E-Media Editors”. . Niente potrebbe essere più lontano dalla verità e speriamo che il giudice istruttore, dopo aver indagato sulle accuse e sulla difesa, ci scaglioni da ogni sospetto. Siamo pronti, se necessario, a fare la nostra dichiarazione di patrimonio e di interessi davanti a una giuria d’onore e a tutte le istituzioni di controllo del nostro Paese. Anche tutte le banche in Senegal e altrove potrebbero essere sequestrate.

Vendendo siringhe, professione peraltro nobile, l’uomo diventato improvvisamente miliardario ci nega il diritto e la capacità di cercare, trovare e poi immettere nuova moneta nella società con mezzi del tutto legali. Proprio come lui e gli altri azionisti. Questo perché ai suoi occhi siamo e dobbiamo essere e restare solo dei poveri giornalisti, in senso letterale e figurato, cioè che possono essere abbattuti e costretti a lavorare a piacimento. A parte un atteggiamento miserabile e miserabilista, diventiamo automaticamente sospettosi. Errore di giudizio.

In attesa della giustizia umana che, speriamo, cercherà di ispirarsi alla Giustizia divina, il danno purtroppo è già stato fatto nei confronti del gruppo E-Media Invest. Con la sua denuncia, nulla da giustificare, Abdoulaye Sylla ha aggravato i problemi dell’azienda che già non godeva di buona salute finanziaria. Ma sembra aver ottenuto quello che voleva: mettere in difficoltà i professionisti e gli azionisti che siamo noi con il personale che è, ad oggi, al sesto mese senza stipendio.

Questo è il luogo per rendere omaggio ai coraggiosi lavoratori del gruppo che stanno vivendo stoicamente e con dignità questi momenti difficili con le loro drammatiche conseguenze. È anche l’occasione per sfidare tutti gli azionisti invitandoli rispettosamente a compiere i passi necessari per salvare l’azienda. E-Media è un’innegabile realtà mediatica e come tale questo gruppo stampa, fondato solo nel settembre 2018, deve continuare a fare la sua parte di azienda creatrice di lavoro e ricchezza.

Quanto al nostro imprenditore, è talmente efficace nella manovra che ha assunto il comodissimo ruolo di “portatore” delle denunce e della stampa. Sotto questo ultimo aspetto bisogna ammettere che non mancano i consensi nel mondo malavitoso dei media senegalesi. Tuttavia, qualsiasi giornalista serio dovrebbe sforzarsi di approfondire il “caso Abdoulaye Sylla”. In modo che possa finalmente giustificarsi davanti alla giustizia senegalese sui numerosi dossier finanziari in cui viene regolarmente additato.

Lo Stato-Pastef, pur eletto sulla base del “Jub, Jubal, Jubanti”, e parte degli ambienti marabutti sembrano per il momento tutelarlo. Fino a quando? Del resto, alcuni talibé hanno ceduto in buona fede al miraggio dei cosiddetti lavori di risanamento del padrone della società Ecotra. Camion e Caterpillar, escavatori e terne, pompe e motopompe sono esposti in luoghi strategici in occasione di ogni grande evento religioso. Il modus operandi è impressionare e, meglio, ingannare la gente. Le ultime inondazioni nella città di Touba sono la prova tangibile che i lavori apparentemente erculei dell’impresa di costruzioni sono solo spettacolo.
Dio è grande, ma Abdoulaye Sylla non è piccolo, soprattutto perché in questo è aiutato da forti complici che si riconosceranno. E già che ci siamo diamogli senza rischio di blasfemia il soprannome: Sylla Onnipotente.
Onnipotente, dici? Un semplice mortale che crede di essere il Buon Dio in terra non è altro che una montagna di polvere. Una tigre di carta.
Mamoudou Ibra KANE
Giornalista
Ex amministratore delegato di E-Media Invest
Leader del movimento Tomorrow is Now

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