Due terzi degli influencer non verificano le proprie fonti, ma vogliono imparare a farlo, secondo un nuovo sondaggio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) che sta lanciando una formazione globale per combattere la disinformazione e l’incitamento all’odio.
Sebbene i creatori di contenuti digitali siano diventati una delle principali fonti di informazione per il grande pubblico, l’indagine dell’UNESCO rivela che il 62% di loro non effettua un fact-checking rigoroso e sistematico prima di condividere i contenuti. Tuttavia, il 73% di loro esprime il desiderio di essere formato a tal fine, secondo l’UNESCO, che lancerà a novembre la prima formazione globale su questo tema, con oltre 9.000 iscritti provenienti da 160 paesi. “I creatori di contenuti digitali hanno acquisito un posto importante nell’ecosistema dell’informazione, interessando milioni di persone alle notizie culturali, sociali o politiche.
Ma molti di loro faticano a contrastare la disinformazione e l’incitamento all’odio online e chiedono maggiore formazione”, spiega il direttore generale dell’UNESCO Audrey Azoulay, assicurando che, nell’ambito del suo mandato per i media e l’informazione educativa, l’organizzazione delle Nazioni Unite li sosterrà con iniziative globali dedicate. formazione. Intitolata “Behind the Screens”, l’indagine dell’UNESCO analizza per la prima volta su scala globale le motivazioni e le pratiche dei creatori di contenuti digitali, nonché le sfide che devono affrontare. Ha coinvolto 500 influencer provenienti da 45 paesi, con la competenza di un team di ricerca specializzato della Bowling Green State University (Stati Uniti).
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