Netflix, Disney+ e la piattaforma Amazon Prime Video hanno contribuito con 362 milioni di euro (337,2 milioni di franchi) alla produzione audiovisiva e cinematografica francese nel 2023, in virtù dei loro obblighi di finanziamento per tre anni.
Dall’entrata in vigore di un decreto in tal senso nel luglio 2021, di recepimento di una direttiva europea, i maggiori servizi video esteri in abbonamento sono soggetti alle stesse regole per contribuire al finanziamento della creazione francese dei gruppi televisivi tradizionali (TF1, France Télévisions , Canal+, ecc.) con sede in Francia.
Concretamente, dovranno destinare il 20% del loro fatturato in Francia al finanziamento della produzione di opere audiovisive (serie, fiction, spettacoli dal vivo, teatro, ecc.) e di opere cinematografiche, per un totale stimato al momento della riforma tra 250 e 300 milioni di euro all’anno.
Nel 2022, primo anno intero di applicazione di questi obblighi, il contributo delle tre piattaforme americane Prime Video, Disney+ e Netflix aveva raggiunto i 342 milioni di euro, dopo 162 milioni di euro nel 2021, ricordano Arcom, l’autorità di regolamentazione degli audiovisivi, e l’Autorità Nazionale Centro Cinematografico.
Nel 2023 i 362 milioni di euro spesi sono ripartiti tra 283 milioni per la produzione audiovisiva e 79 milioni per la produzione cinematografica.
La quota pagata da ciascuna piattaforma non viene pubblicata a causa del segreto aziendale, ma Netflix è rimasto il maggiore contribuente. Il gruppo afferma di aver investito “250 milioni di euro” nel 2023 nella produzione francese, di cui “50 milioni nel cinema”.
La sua filiale francese a Parigi e la sua sede europea ad Amsterdam sono state oggetto di perquisizioni all’inizio di novembre nell’ambito di un’indagine per sospetta frode fiscale e lavoro nascosto.
Secondo Arcom e il CNC, i tre editori Prime Video, Disney+ e Netflix “hanno generalmente rispettato i loro obblighi” da tre anni e contribuiscono così per circa il 20% al finanziamento obbligatorio della produzione audiovisiva e cinematografica, contro l’80% della TV tradizionale canali.
Durante una conferenza stampa, il presidente di Arcom Roch-Olivier Maistre ha accolto con favore una “integrazione armoniosa” di questi giganti dello streaming “nel nostro modello”, anche se la direttiva europea è “qua e là attaccata”.
Il capo ad interim del CNC, Olivier Henrard, ha osservato che “la regolamentazione non spaventa le piattaforme”.
Per l’anno finanziario 2024, due novità, Crunchyroll (acquisita da Sony nel 2021) e Apple TV+, sono soggette a questi obblighi di finanziamento. Anche Max, lanciato in Francia a giugno, potrebbe presto risentirne.
Questo articolo è stato pubblicato automaticamente. Fonti: ats/awp/afp