Sudafrica: il presidente Cyril Ramaphosa presenta il suo governo di coalizione

Sudafrica: il presidente Cyril Ramaphosa presenta il suo governo di coalizione
Sudafrica: il presidente Cyril Ramaphosa presenta il suo governo di coalizione
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Sei partiti entrano al governo

Al termine di dure trattative durate diverse settimane, il leader del primo partito di opposizione, l’Alleanza Democratica (DA), che sostiene la liberalizzazione dell’economia, John Steenhuisen, 48 anni, è entrato nel governo come ministro dell’Agricoltura. Il suo partito detiene sei portafogli tra cui Ambiente, Lavori pubblici e Istruzione.

Accogliendo con favore l’inizio di un “nuovo capitolo per il Sud Africa”, il procuratore distrettuale si è impegnato in un comunicato stampa al “buon governo” e alla “tolleranza zero verso la corruzione”.

Al governo sono entrati anche cinque piccoli partiti, tra cui il partito nazionalista zulu Inkhata, il partito identitario bianco FF Plus e l’Alleanza Patriottica anti-immigrati.

“L’istituzione di un governo di unità nazionale nella sua forma attuale non ha precedenti nella storia della nostra democrazia”, ​​ha detto in televisione Cyril Ramaphosa. A 71 anni, il capo dello Stato ha prestato giuramento la scorsa settimana per un secondo mandato di cinque anni. La priorità di questo nuovo governo sarà quella di restituire “una rapida crescita economica” alla principale potenza industriale africana e “la creazione di una società più giusta affrontando la povertà, le disuguaglianze e la disoccupazione”.

Questo governo è stato composto in modo tale che “tutti i partiti possano partecipare in modo significativo all’esecutivo”, ha continuato.

Trattative intense dopo le elezioni

La formazione senza precedenti del nuovo governo è il risultato dell’amara debacle dell’ANC nelle elezioni legislative del 29 maggio. Sanzionato alle urne in un contesto economico stagnante, disoccupazione endemica e povertà crescente, lo storico partito ha ottenuto solo il 40% dei voti, conservando solo 159 seggi su 400 deputati. Il DA ha ottenuto 87 seggi (21,8%).

Il piccolo partito dell’ex presidente Jacob Zuma, creato pochi mesi prima delle elezioni, ha fatto un passo avanti conquistando 58 seggi, superando la terza forza politica del paese. Il movimento guidato dal solforoso leader 82enne, dichiarato ineleggibile e tuttora sotto processo per corruzione, ha rifiutato di entrare in una coalizione guidata dall’ANC.

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Proprio come gli Economic Freedom Fighters (EFF, sinistra radicale, 39 deputati), che hanno promesso di “schiacciare” l’alleanza di governo “guidata dai bianchi”, in riferimento alla DA che fatica a perdere la reputazione di partito al servizio della minoranza bianca.

Nelle ultime settimane si sono svolti intensi negoziati a porte chiuse tra l’ANC e la DA. All’inizio del mese, dopo un vertice dei dirigenti dell’ANC, Cyril Ramaphosa ha chiesto la formazione di un “governo di unità nazionale”. Ma da allora le discussioni sul numero e sulla natura dei ministeri da concedere all’opposizione si sono arenate, la quale ne avrebbe richiesti una decina, secondo le informazioni trapelate alla stampa locale. L’ANC aveva criticato “le richieste eccentriche e scandalose di posizioni ministeriali” e accusato il procuratore distrettuale, senza nominarlo, di passare informazioni ai media per raggiungere i suoi fini.

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