“Assalonne, Assalonne! » indaga profondamente l’ossessione per la purezza razziale

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Prove dello spettacolo “Absalom, Absalon!” », di Séverine Chavrier, ad Avignone, nel giugno 2024. ALEXANDRE AH-KYE/FESTIVAL DI AVIGNONE

Il grande spettacolo di apertura del Festival di Avignone non è quello che pensi. Sabato 29 giugno, nel pomeriggio, la direttrice Séverine Chavrier ha inaugurato questo 78e edizione, a La Fabrica, con uno spettacolo prodigioso di intelligenza e invenzione formale. Absalon, Absalon!adattamento del romanzo dei mostri di Faulkner, si propone come un’esperienza teatrale immersiva e unica di cinque ore, un incubo allucinatorio che, nei tempi nauseanti in cui viviamo, sonda in profondità l’ossessione per la purezza della razza su cui si sosteneva espansione capitalista e patriarcale.

Tutto qui contribuisce a una libertà, a un virtuosismo e a una comprensione intima, profonda, nell’adattamento di questo libro a priori inadattabile, che porta nel suo flusso torrenziale l’ascesa e la caduta di un uomo, Thomas Sutpen, prima, durante e dopo la Guerra Civile. Guerra che oppose il Sud e il Nord degli Stati Uniti, dal 1861 al 1865, sulla questione dell’abolizione della schiavitù. Sutpen, un uomo venuto dal nulla, diventa in pochi anni il più grande coltivatore di cotone della contea, temuto – ma non rispettato – dalla piccola società del paese, confidente nelle sue tradizioni.

Il suo successo sarà subito ostacolato dall’ingiunzione che grava su di lui di fondare una stirpe purosangue, mentre sa di essere macchiato da una macchia, in questo mondo del Sud dove basta la minima goccia di sangue nero per essere classificato come Nero , e quindi escluderti. Ciò su cui lavora Faulkner, lui che era un uomo di questo Sud non proprio progressista, è la maledizione che colpisce questo mondo dove il meticciato è allo stesso tempo inevitabile e proibito – inevitabile anche lui, perché proibito e quindi nascosto, sepolto. Una maledizione che qui prende la forma dell’incesto e del fratricidio, essendo Faulkner parte di una stirpe che va dai tragediografi greci a Shakespeare, attraverso il substrato biblico.

Teatro interdisciplinare

Faulkner impasta tutto questo in un modo del tutto particolare, quanto più non lineare possibile, in una forma di indomabile fiume di coscienza che ripercorre il corso di una storia travagliata e taciuta, e innescando uno “scontro di tempi” tra il 1860 e 1930, dove scrisse il libro. “L’opera di Faulkner mi è sempre sembrata così: una rivelazione differita, che genera la sua tecnica, non di delucidazione (psicologica, né sociale, né…) ma, in definitiva, di accumulazione di un mistero e di dipanarsi di una vertigine” , scriveva Edouard Glissant nel magnifico libro che dedicò allo scrittore americano (Faulkner, MississippiGallimard, Saggi in Folio) e che ha guidato Séverine Chavrier nella lettura diAbsalon!.

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