Pubblicato il 25 novembre 2024 alle 10:48. / Modificato il 25 novembre 2024 alle 10:51.
C’è un enigma su Vittorio De Sica. Più prolifico di Fellini, più divertente di Antonioni, più eclettico di Visconti, questo grande uomo del cinema italiano resta tuttavia sconosciuto al grande pubblico. Per il 50° anniversario della sua morte, un libro – il primo in francese dal 1966! – viene a riparare questa ingiustizia. Chi altro se non Jean A. Gili per questo tour de force? Accademico, critico, storico, l’autore è uno spettatore amante del cinema, preferibilmente italiano, un narratore che sa mescolare l’intimo con l’erudizione.
Come ogni buona trama, questo libro ha un finale sorprendente. Una figura della politica francese che qui non era attesa firma la postfazione. La sua presenza è legata alle turpitudini della vita del cineasta. Vittorio De Sica, classe 1901, dopo aver conseguito il diploma di ragioneria si cimentò nel teatro. A 26 anni entra nella troupe di Giuditta Rissone, che sposerà dieci anni dopo prima di innamorarsi di un’altra attrice, la spagnola Maria Mercader, venuta a girare a Cinecittà nel 1942. L’Italia fascista tese allora la mano al generale Franco, mettendo i suoi impeccabili strumenti industriali al lavoro per produzioni che impiegavano artisti ispanici.
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