Mercoledì 21 novembre l'Assemblea nazionale ha adottato con urgenza la proroga fino alla fine del 2026 di un'esenzione che consente di utilizzare i buoni ristorante per l'acquisto di tutti i prodotti alimentariun aiuto al potere d'acquisto dei lavoratori rimpianta dai ristoratori.
Questa esenzione – consentito dalla legge nel 2022 a seguito del Covid – era già stato rinnovato per un anno a dicembre 2023, a causa dell'inflazione ancora elevata.
Doveva concludersi il 31 dicembre, ma il voto dell'Assemblea (75 favorevoli, 0 contrari) prorogarlo per altri due anni. Un'adozione che dovrà ancora essere confermata dal voto del Senato.
Con questo voto “questo per evitare spiacevoli sorprese ai nostri concittadini quando andranno a fare la spesa al supermercato il 2 gennaio”ha sottolineato nel suo intervento introduttivo il Segretario di Stato per i consumatori Laurence Garnier, che si è impegnato ad avviare un dibattito su una riforma dei buoni pasto a partire dal 2025.
Il sistema consente circa 5,4 milioni di dipendenti in Francia utilizzare i propri “buoni ristorante” per acquistare a scaffale prodotti non consumabili che necessitano di essere preparati (farina, pasta, riso, carne, ecc.).
La versione iniziale del testo, così come è arrivata in commissione, previsto una proroga di un annoma in questo contesto i deputati hanno adottato un emendamento della deputata EPR Olivia Grégoire che perpetua la misura.
Creato nel 1967
La votazione nell'emiciclo di mercoledì è stata oggetto di a ampio consenso dopo l'adozione di diversi emendamenti identici portati dai deputati dei gruppi socialisti, DDR, MoDem e Liot, a favore di una proroga di due anni.
“Se il provvedimento sembra essere una toppa ad una crisi che richiede misure di altro ordine” lei è una “sostegno al potere d’acquisto delle famiglie che beneficiano dei buoni pasto”ha affermato il deputato socialista Karim Benbrahim durante i dibattiti.
Il gruppo EPR si è schierato in seduta a favore di questa proroga di due anni; la deputata macronista Françoise Buffet vede in questa misura non solo un aiuto al potere d'acquisto, ma anche una risposta “ad un’evoluzione degli usi”, legati in particolare allo sviluppo del telelavoro.
Le LR dal canto loro hanno chiesto una proroga di un solo annoper tutelare i ristoratori da una maggiore perdita di quote di mercato a fronte della grande distribuzione.
I dibattiti nell'emiciclo sono stati l'occasione per i diversi gruppi di esprimersi a favore di a riforma “indispensabile” buoni pastocreato nel 1967.
Ognuno ha i suoi suggerimenti: accelerazione della dematerializzazione, riduzione delle commissioni applicate agli esercenti, leva per il cibo sano e sostenibile, apertura della misura agli studenti, aumento della concorrenza tra emittenti, ecc.