Rituali satanici e fantasie di stupro sulla propria figlia: “Sono diventata un cadavere vivente”, dice la vittima

Rituali satanici e fantasie di stupro sulla propria figlia: “Sono diventata un cadavere vivente”, dice la vittima
Rituali satanici e fantasie di stupro sulla propria figlia: “Sono diventata un cadavere vivente”, dice la vittima
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Pochi mesi dopo aver trovato video raccapriccianti di suo padre impegnato in un rituale di masturbazione satanico, che descriveva le sue fantasie di stupro su se stessa, un’adolescente ha coraggiosamente testimoniato in tribunale, affrontando suo “padre”.

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Nell’ambito delle proposte di condanna, Rosalie (nome fittizio) ha voluto leggere una lettera indirizzata all’uomo che si era riconosciuto colpevole in aprile con l’accusa di produzione di pornografia infantile.

Alla vigilia di Natale del 2023, l’adolescente del Quebec ha trovato tra gli effetti personali di suo padre delle schede di memoria contenenti video di lui che si masturbava nel mezzo di un “rituale satanico”, descrivendo fantasie di stupro “implicite”.

È stata ritrovata anche la biancheria intima della giovane, sporca di sperma.

Forte e coraggioso

La dichiarazione di questa vittima, quest’ultima volta “dove avrebbe parlato al condannato”, ha descritto con parole dure le conseguenze delle azioni di suo padre su di lei e i sentimenti che ha provato vedendo i video.

“È difficile descrivere cosa mi passasse per la testa in quel momento. La mia anima e la mia coscienza hanno preso una strada diversa rispetto al mio corpo. Sono diventato un cadavere vivente e lo sono ancora. Grazie”, ha detto con forza la giovane 17enne, guardando suo padre dritto negli occhi.

L’adolescente aveva perquisito la stanza di suo padre perché temeva che avesse avuto un’altra ricaduta dalla droga. E lei aveva ragione sul bersaglio.

Nei video si vede l’uomo di 50 anni fumare metanfetamine di cristallo.

“Perché non ti sei preso carico della tua vita come un adulto responsabile?” gli chiese Rosalie, avendo cura di aggiungere che a differenza di lui lei era “forte e coraggiosa”.

“Non so cosa ti ho fatto per meritarti questo, ma tutto questo mi ha reso più forte che mai”, ha insistito, alzando la voce.

Lacuna nei suggerimenti

Per queste azioni vili e contorte, Me Laura Plamondon-Dufour, pubblico ministero della Corona, ha proposto al giudice Sébastien Proulx l’imposizione di una pena detentiva di quattro anni.

Da parte sua, l’avvocato dell’imputato, Me Stéphanie Morneau ha proposto una pena di 12 mesi, accompagnata da libertà vigilata.

L’imputato ha preso la parola anche per chiedere perdono alla figlia, “se ciò è possibile”.

Seduta nella stanza, Rosalie guardò poi il fratello, scambiando con lui uno sguardo disilluso, come se avesse già sentito queste scuse tante volte durante la sua vita segnata “dagli anni di abusi” da parte di suo padre.

Chiudi il libro

Il giudice Proulx ha preso in esame il caso e emetterà la sua decisione a settembre.

Ma al di là del dolore, per l’adolescente, mercoledì è stato il momento di fare anche di più che voltare pagina.

“Oggi è l’occasione di chiudere il libro e aprirne uno nuovo”, ha augurato, ricordando al padre una lunga lista di momenti che gli sarebbero mancati nella sua vita a venire, dal matrimonio alla futura nascita dei figli.

“Ti mancherà tutto perché hai rovinato tutto.”

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