(Montreal) E se l’intelligenza artificiale potesse essere un alleato per aiutare gli insetti? È questa la scommessa fatta da un team di entomologi di Montreal affiancati da ingegneri, per documentare il declino senza precedenti di questi milioni di specie e contrastarlo al meglio.
Inserito alle 7:44
Samira AIT KACI ALI GONZALEZ
Agenzia France-Presse
Sotto la grande cupola trasparente, migliaia di farfalle di tutti i colori, crisalidi, formiche e mantidi religiose… È proprio qui, all’Insettario di Montreal, che è stata ideata questa iniziativa, in particolare dal suo direttore Maxim Larrivee.
Rispetto a “tutte le estinzioni di massa che abbiamo vissuto in passato, quella che colpisce gli insetti avviene mille volte più velocemente”, spiega l’appassionato.
E anche così veloce “che non siamo in grado di seguirlo adeguatamente per mettere in atto le azioni necessarie per rallentarlo”, aggiunge l’entomologo.
Scomparsa di habitat, pesticidi e cambiamenti climatici: se si conoscono le ragioni della scomparsa, abbiamo pochi dati sull’esatta portata di questo massacro.
Una lacuna che vorrebbe colmare il progetto Antenna, che utilizza l’intelligenza artificiale e quindi un algoritmo che identifica gli insetti tramite foto.
Il tutto è alimentato da terminali solari, collocati nell’estremo nord canadese, ma anche nelle foreste tropicali panamensi. Sono progettati per scattare una foto ogni 10 secondi di insetti attratti dalla luce UV.
I ricercatori stimano che questa innovazione raddoppierà la quantità di informazioni sulla biodiversità raccolte negli ultimi 150 anni in due-cinque anni.
“Anche per noi sembra fantascienza”, aggiunge Maxim Larrivee, con un sorriso sulle labbra.
In definitiva, questi dati dovrebbero consentire di creare “strumenti di supporto alle decisioni per governi ed ecologisti”, per identificare i migliori programmi di conservazione da adottare e “ripristinare la biodiversità”.
La prossima grande svolta
Spesso poco conosciuti, gli insetti rappresentano la metà della biodiversità mondiale e svolgono un ruolo cruciale nell’equilibrio della natura, sia attraverso l’impollinazione, sia attraverso la trasformazione dei rifiuti in fertilizzanti, sia costituendo la base della catena alimentare di molti animali.
“Questo è il prossimo grande passo avanti nel campo dell’osservazione della biodiversità”, pensa David Rolnick, ricercatore presso Mila, l’istituto di intelligenza artificiale del Quebec.
L’innovazione è in fase di test da diverse settimane, il modello è “open Source” e al momento è focalizzato solo sulle falene.
Con più di 160.000 specie diverse, rappresentano un gruppo “estremamente diversificato”, “facile da identificare visivamente” e costituiscono la “base della catena alimentare”, specifica David Rolnick, esperto di intelligenza artificiale e appassionato di insetti fin da quando era bambino età.
L’idea, in definitiva, è quella di permettere a tutti di contribuire ad arricchire la piattaforma, ma anche di addestrare l’IA a riconoscere nuove specie di insetti. Perché se se ne conoscono già più di un milione, potrebbero essercene dieci volte di più.
“Si stima che il 90% degli insetti non sia stato ancora identificato dagli scienziati”, spiega il ricercatore.
In una settimana, una stazione installata nella giungla panamense ha scoperto “trecento nuove specie”, precisa David Rolnick, aggiungendo che “questa è solo la punta dell’iceberg”.
I ricercatori sperano anche di poter utilizzare questo modello computerizzato per identificare nuove specie nelle profondità marine o addirittura specie dannose in agricoltura.
A Montreal, l’Insectarium utilizza già la tecnologia per scopi educativi.
I visitatori di questo museo dedicato agli insetti possono scattare foto di farfalle che vagano libere in un vivaio e scoprire tramite l’app di che specie sono.
È una scoperta per Camille Clément, turista francese: “L’intelligenza artificiale al servizio dell’ecologia è una buona cosa, se la usiamo con attenzione”, crede mentre fotografa le farfalle che volano intorno a lei.
Per Julie Jodoin, direttrice di Space for Life, un gruppo di cinque musei di Montreal, tra cui l’Insectarium: “Se non conosciamo la natura, non possiamo chiedere ai cittadini di cambiare il loro comportamento”.