Finalmente un vero trattamento per l’apnea notturna?

Finalmente un vero trattamento per l’apnea notturna?
Finalmente un vero trattamento per l’apnea notturna?
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I ricercatori dell’Università di San Diego hanno recentemente dimostrato il potenziale di una sostanza già esistente nel trattamento dell’apnea notturna, un disturbo del sonno che colpisce più di 900 milioni di persone in tutto il mondo. Attualmente non esiste un trattamento farmacologico riconosciuto.

Lo studio in questione coinvolge pazienti con apnea ostruttiva del sonno (o OSA), la forma più comune. Obbliga la persona colpita a compiere ulteriori sforzi respiratori per evitare l’ostruzione totale delle vie aeree durante la notte, che incide fortemente sulla qualità del sonno.

A lungo termine, l’apnea notturna può causare seri problemi di salute a livello metabolico, cardiovascolare e cognitivo. Purtroppo non esiste alcun farmaco riconosciuto per la sua efficacia in questo contesto. Oggi, il trattamento si basa principalmente su cambiamenti nello stile di vita, assistenza meccanica con respiratori specializzati o eventualmente intervento chirurgico.

Uno studio clinico dai risultati promettenti

I ricercatori americani speravano di cambiare questo stato di cose grazie a tirzepatide, una molecola utilizzata nel trattamento del diabete di tipo 2. Hanno reclutato 469 pazienti in sovrappeso (la principale causa di apnea ostruttiva notturna), molti dei quali dipendevano da un ventilatore per ottenere un sonno ristoratore. Una prima fase di osservazione ha permesso di accertare che il loro sonno era disturbato 51,5 volte all’ora in media.

Ogni settimana, per due campagne di test della durata di un anno, i partecipanti hanno ricevuto iniezioni settimanali di tirzepatide o di un placebo, a seconda che appartenessero al gruppo di test o di controllo. E dopo due test, i risultati sono stati promettenti. Nel gruppo di controllo che ha ricevuto il placebo la media è leggermente scesa, con 5,4 disturbi in meno all’ora. Ma, nei pazienti trattati con tirzepatide, la media è scesa rispettivamente di 25,3 e 29,3 eventi l’ora rispettivamente dopo il primo e il secondo tentativo. Un dato molto significativo che permette finalmente di sperare in una vera cura.

Un progresso, ma di magia

Ma anche se questo studio si è rivelato molto promettente, iniettare una molecola progettata per trattare il diabete di tipo 2 non è banale. Finora i pazienti hanno segnalato pochi effetti collaterali, il più delle volte lievi dolori di stomaco. Ma saranno necessari ulteriori studi per verificare che possa essere somministrato senza rischi per lunghi periodi di tempo e che la tirzepatide continui a produrre gli effetti attesi su questo arco temporale.

I ricercatori ne sono consapevoli e nel loro comunicato stampa precisano che ora intendono organizzare un nuovo studio a lungo termine. Se anche quest’ultimo si dimostrerà convincente, ora potranno riflettere lancio del primo vero trattamento farmacologico per l’apnea notturna. Ma i ricercatori insistono comunque sul fatto che questo non sarebbe un problema nessuna cura magica per l’apnea notturna. In tutti i casi la priorità resterà quella di trattare le cause scatenanti come il sovrappeso, particolari fattori anatomici o l’uso di farmaci o sostanze sedative.

Ma questo nuovo trattamento potrebbe ancora offrire un’alternativa salvavita alle persone che hanno difficoltà a far fronte alle terapie esistenti, in particolare all’uso dei respiratori. Per estensione, ciò potrebbe aiutarli a riprendere il controllo di una vita spesso molto sconvolta da questi disturbi del sonno, in modo che siano meglio attrezzati fisicamente e psicologicamente per affrontare i principali fattori di rischio.

Il testo dello studio è disponibile qui.

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