Le controverse dichiarazioni del consigliere nazionale Andreas Glarner (UDC/AG) sull’Islam non sono protette dalla sua immunità parlamentare davanti ai tribunali. Lo ha deciso lunedì sera la commissione per l’immunità del Consiglio nazionale con 5 voti favorevoli e 4 contrari.
L’argoviese aveva postato sui social network nel 2024 un messaggio accompagnato dall’hashtag “#stoppislam” in cui si chiedeva se non fosse il caso di iniziare a frenare una religione i cui membri cercano di imporre l’obbligo del velo, diritti speciali, califfati, minareti, appelli alla preghiera, tribunali della sharia, ecc., attraverso bombardamenti e attacchi contro cittadini innocenti.
La procura pubblica del cantone di Berna ha quindi chiesto che gli fosse revocata l’immunità e l’autorizzazione a condurre un procedimento penale per sospetto di discriminazione e incitamento all’odio. Tuttavia, la commissione ha rifiutato.
Per la commissione queste osservazioni “sono formulate in modo troppo generale e globale perché sia possibile stabilire un collegamento con determinati obiettivi parlamentari o dedurre misure legislative concrete”. Per lei “non è giustificato concedergli un trattamento preferenziale rispetto ai privati che si esprimono in modo simile sui social network”, ha detto. La Commissione giuridica del Consiglio degli Stati dovrà ancora pronunciarsi.
La commissione ha anche rifiutato di revocare l’immunità ad altri due eletti dell’Udc, vale a dire il consigliere di Stato Marco Chiesa e l’ex consigliere nazionale Peter Keller, anch’essi sospettati di discriminazione e incitamento all’odio. Ciò in occasione delle controverse dichiarazioni rilasciate nel 2023 nell’ambito di due campagne dell’UDC, una intitolata “Nuova normalità?”, l’altra “No a una Svizzera di 10 milioni di abitanti!”.
La Commissione ritiene che “le dichiarazioni rilasciate durante le campagne elettorali rientrano nella libertà di espressione e di formazione delle opinioni che prevale nel contesto di una campagna democratica e che pertanto devono essere tollerate”.
Rissa a Palazzo Federale: la commissione procrastina
La commissione ha inoltre sospeso con 6 voti favorevoli e 2 contrari la sua decisione sulla richiesta di revoca dell’immunità di altri due consiglieri nazionali dell’UDC, vale a dire il capogruppo Thomas Aeschi (ZG) e Michael Graber (VS). I due parlamentari sono stati energicamente respinti dalla polizia federale durante la sessione estiva, in occasione della visita del presidente del parlamento ucraino. I due eletti non hanno voluto rispettare il cordone di sicurezza sulle scale del Palazzo Federale. La commissione preferisce attendere il parere della delegazione amministrativa del Parlamento sulla questione.