Dopo due settimane trascorse in viaggio attraverso sette poli distribuiti in 13 regioni del paese, il polo di Dakar, che costituisce l’ottavo, ha accolto questo mercoledì il leader della coalizione Pastef e tutto il suo direttorio elettorale.
Questo incontro pubblico con gli attivisti, che segna in parte la fine della campagna per la coalizione di governo, è stato, per il presidente dei patrioti, l’occasione per ritornare sulle disuguaglianze sociali osservate negli stabilimenti industriali e nelle altre imprese pubbliche co-centrate nella capitale per a scapito degli altri capoluoghi di regione.
Ousmane Sonko per assicurare che questa disuguaglianza ingiustificata che spinge alcune popolazioni rurali a lasciare le campagne, anche se ricche di risorse, per la città, sarà corretta con l’arrivo molto presto dei nuovi centri.
Per tornare alle tensioni e ai discorsi verbali tesi dei giorni scorsi, ha invitato i suoi attivisti a concentrarsi sull’essenziale e a non rispondere alle provocazioni.
Sonko sostiene che oltre al contributo delle risorse naturali all’economia del paese, la cultura deve essere rivalutata per renderla un’industria competitiva che alimenta i suoi attori e contribuisce all’influenza dell’identità culturale straniera del paese.
Aggiunge che Dakar sarà un centro di conoscenza e tecnologia per formare intellettuali rinomati e attirare altre nazioni per attrezzarsi.
Dichiara inoltre che i giovani devono essere formati nelle professioni degli idrocarburi per poter lavorare nello sfruttamento del petrolio e del gas.
Anche il settore del turismo, che resta comunque una leva di sviluppo, sarà, secondo il Primo Ministro, al centro delle priorità che dovranno
abbiamo il dovere di ricordare alcuni eventi come il massacro di Thiaroye 44 e altri personaggi storici come Sheikh Anta che sono poco conosciuti e che tuttavia hanno segnato la storia della nostra cara nazione.
Anche l’orticoltura praticata a Niayes sarà promossa alle industrie fornitrici. Sostiene che il problema dei terreni che dovrebbero sostenere questo settore si risolverà con il recupero dei terreni demaniali sottratti dalle autorità del vecchio regime.
Allo stesso tempo, ha chiarito che il patriottismo non significa l’esclusione degli altri o di alcune minoranze straniere che stima siano centosettemila nazionali contro
Sette centri cinquemila o addirittura novecentomila senegalesi residenti all’estero.
Prosegue affermando che l’ospitalità che il nostro Paese mostra nei confronti degli stranieri sarà abbinata al controllo sull’ingresso e sull’uscita dal Paese e che la reciprocità sarà imposta ai paesi che necessitano di visto per entrare nel loro Paese.
Il leader della nuova forza in campo politico senegalese non ha mancato di ringraziare la sua squadra elettorale guidata da Fadilou Keita.