I quattro giorni che hanno portato alla nascita del “nuovo fronte popolare” e del programma comune dei partiti di sinistra

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Marine Tondelier, Olivier Faure e Manuel Bompard, dopo l’annuncio dell’alleanza dei partiti di sinistra denominata “fronte popolare”, presso la sede degli Ecologisti, a Parigi, il 13 giugno 2024. STEPHANE MAHE / REUTERS

Saranno quindi bastati quattro giorni per raggiungere un accordo a sinistra per un “nuovo fronte popolare”, giovedì 13 giugno. Si è trattato di negoziati frenetici, vincolati dalla scadenza per la presentazione delle liste, domenica 16 giugno, e dalla gravità delle circostanze in cui si trova a fronteggiare un’estrema destra trionfante. “Ci siamo riusciti. Si sta scrivendo una pagina nella storia della Francia »ha esultato giovedì il primo segretario del Partito socialista, Olivier Faure, mentre il leader “ribelle”, Jean-Luc Mélenchon, salutava sul suo blog “un evento politico considerevole in Francia”.

A differenza della Nuova Unione Popolare, Ecologica e Sociale (Nupes) del 2022, questo “fronte popolare” ha ricevuto, pochi minuti dopo la sua nascita, il sostegno dell’ex presidente socialista François Hollande. “Non conosco i dettagli, ma per me l’essenziale è che l’unione sia riuscita a realizzarsi. Ci sono delle differenze che conosciamo, ma c’è un momento in cui andiamo oltre le differenze, arriviamo all’essenziale”, ha dichiarato al telegiornale TF1. Sostegno che dovrebbe spingere gli oppositori di Olivier Faure – che rappresentano il 50% del partito – a convalidare questo testo durante il consiglio nazionale di venerdì mattina. Immediatamente tutte le correnti del Partito Socialista (PS) si riunirono in conclave, impegnate a sviscerare la nuova alleanza.

Dalla sera di domenica, dopo l’appello di François Ruffin alla creazione di un “fronte popolare”, fino a giovedì, gli incontri sono continuati. A cominciare dagli incontri segreti a due o a tre, lunedì mattina, tra socialisti, ecologisti e comunisti, prima al quartier generale elettorale del Partito socialista e del suo capo della lista europea, Raphaël Glucksmann, poi al quartier generale europeo dell’Ecologia-I Verdi (EELV ). In questa occasione, Marine Tondelier, numero uno dell’EELV, forse spinta da alcuni buoni risultati della France insoumise (LFI) nei collegi elettorali dei deputati ambientalisti, ma anche dall’ala sinistra del suo partito, avverte i suoi compagni che Un accordo senza “ribelli” è impossibile per il suo partito.

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Non si tratta, tuttavia, di tornare al quartier generale della LFI, Passage Dubail, in 10e quartiere di Parigi, come proposto dal coordinatore dei “ribelli” Manuel Bompard, primo luogotenente di Jean-Luc Mélenchon. Due anni fa i socialisti avevano l’impressione di andare a Canossa camminando sotto i pali e le telecamere. Questa volta è la sede dell’EELV, a poche centinaia di metri, rue des Petits-Hôtels, una sorta di “Svizzera” politica, perché gli ambientalisti non spaventano nessuno, che fungerà da teatrino. Per continuare, i Verdi metteranno a disposizione pizze, spiedini di frutta e amaretti.

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