La Corte dei conti critica il sistema degli asili nido vodese

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Legge vaga, prezzi illeggibili

La Corte dei conti critica il sistema degli asili nido vodesi

In un audit pubblicato mercoledì 13 novembre, l’istituzione affronta il sistema di rete, che “manca di chiarezza”.

Pubblicato oggi alle 11:04

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I genitori lo sanno bene: comprendere il sistema degli asili nido vodesi è un vero grattacapo, poiché le condizioni variano da una regione all’altra. Per la prima volta, il Corte dei conti mette a fuoco il millefoglie che costituisce le 33 reti (dati 2022): questa politica presenta “diverse carenze”, scrive in un audit molto critico, pubblicato mercoledì 12 novembre.

In particolare, “differenze significative emergono nel funzionamento delle reti, che non sempre dispongono di risorse sufficienti o di strumenti adeguati per gestire gli aspetti amministrativi e finanziari. Ciò si traduce in una mancanza di armonizzazione delle pratiche e di completa visibilità dei costi”.

In totale, gli asili nido nel Cantone sono costati più di mezzo miliardo di franchi nel 2022, una somma coperta principalmente dalle famiglie, poi dai Comuni e infine dalla Fondazione per l’asilo nido (FAJE), anch’essa finanziata in parte dal Cantone. Nonostante un aumento del 51% dei posti aperti tra il 2015 e il 2022, solo un terzo dei giovani vodesi vi ha accesso.

Nel suo rapporto reso pubblico mercoledì 13 novembre, la Corte dei conti, un’autorità indipendente, ha individuato diversi problemi.

Una legge troppo vaga

“Alcuni principi della legge non sono stati chiariti fino ad oggi. Ciò si traduce in interpretazioni diverse all’interno delle reti, difficili da comprendere per genitori e contribuenti”, afferma la Corte dei conti. La conseguenza principale è che ogni rete ha un proprio listino prezzi.

Istituzioni con ruoli poco chiari

“Il rischio che le interpretazioni siano diverse è tanto maggiore in quanto non esiste alcun organismo che possa essere considerato unico portatore di questa politica pubblica”, prosegue la Corte dei Conti. Il posizionamento della FAJE rispetto alle reti non è stato stabilito.

L’impatto delle sovvenzioni erogate non viene analizzato

Nel 2022 la FAJE ha distribuito alle reti più di 112 milioni di franchi. Ma il fatto che questi sussidi abbiano contribuito alla creazione di nuovi posti di accoglienza non è dimostrato. Anche le prestazioni del FAJE non sono studiate.

Le reti non si aiutano a vicenda

Ad oggi, tra le reti, “ci sono poche iniziative volte a mettere in comune le risorse e realizzare economie di scala. Come osservato nell’audit, un forte decentramento porta a pratiche non armonizzate e al rischio che tutti “reinventino la ruota”.

I criteri non sono armonizzati

A seconda che una famiglia viva a Payerne o ad Aigle, anche se hanno esattamente lo stesso reddito, non pagheranno la stessa cifra per l’assistenza all’infanzia, il che crea disuguaglianze territoriali. La Corte dei Conti non può essere più chiara: “L’analisi di un campione di 68 schede di minori in accoglienza ha evidenziato che la documentazione conservata non è completa e non sempre consente di giustificare le decisioni prese in materia di assegnazione dei posti e di calcolo dei il reddito determinante, scrive l’istituzione nella sua verifica. Inoltre, il monitoraggio di queste decisioni (principio dei quattro occhi) non è pianificato sistematicamente e non è mai documentato. Queste carenze non hanno consentito alla Corte di trarre conclusioni sull’equità e sulla coerenza delle decisioni adottate all’interno delle reti controllate”.

La FAJE ha accettato le raccomandazioni della Corte dei conti. Resta da vedere se questi verranno attuati rapidamente, in modo che i vodesi abbiano maggiore visibilità sul sistema che consente loro di conciliare vita professionale e familiare.

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Maria Maurisse è giornalista sociale nella sezione vodese. Attiva da quasi 15 anni sul campo e specializzata nell’investigazione, ha co-fondato il media specializzato Gotham City, ha prodotto diversi documentari e ha scritto due libri. Maggiori informazioni @mariemaurisse

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