Marrakech ospiterà, il 14 e 15 novembre, la prima “Invocation” della 36esima Biennale di San Paolo – Not All Travellers Walk Roads – Of Humanity as Practice.
Intitolata “Respiri”, l’“Invocazione” si concentra sulla circolarità e sulla precarietà del respiro, sulla musica Gnawa come modo di essere, sulle culture sufi e sull’ascolto come pratica di convivenza, nonché sulla creazione di luoghi e spazi.
L’evento è stato immaginato dal team concettuale della 36a Biennale in collaborazione con LE 18 e la Fondazione Dar Bellarj come parte di un approccio curatoriale volto a esplorare il suono e la musica come vie di conoscenza.
L’“Invocazione” conta la partecipazione di diversi artisti tra cui il mâalem gnaoua Abdellah El Gourd, l’attore e regista Ghassan El Hakim, il critico letterario ed editore Kenza Sefrioui, la sound artist Leïla Bencharnia, il polistrumentista e fotografo Mourad Belouadi, Simnikiwe Buhlungu, artista con sede a Johannesburg, il coreografo Taoufiq Izzediou e Fatima-Zahra Lakrissa, curatrice e ricercatrice indipendente.
Conta anche sulla direttrice della Fondazione Dar Bellarj, Maha Elmadi, e sulla fondatrice di LE 18, Laïla Hida.
La prima “Invocazione” esplora il modo in cui le tradizioni sonore (orali e uditive) vengono stabilite, preservate e trasmesse. Pratiche ancestrali di ascolto profondo – dai rituali performativi della confraternita Gnawa alla tradizione orale di Halqa nelle forme teatrali nordafricane – servono come punto di partenza per questa edizione.
“Invocation” esplorerà anche il modo in cui queste tradizioni sono state praticate e preservate in diversi contesti nel corso degli anni, anche nelle pubblicazioni.
Il programma si svolge in due giorni, il 14 e 15 novembre, presso lo spazio culturale multidisciplinare e residenza artistica LE 18, creato nel 2013 nel cuore della Medina di Marrakech, e presso la Fondazione Dar Bellarj, centro culturale dedicato alla promozione in valore del patrimonio architettonico, artistico e culturale del Marocco. Il primo giorno si concentrerà sulla pratica spirituale dell’ascolto del ritmo e della sua risonanza nel corpo, mentre il secondo giorno si concentrerà sulla respirazione per recuperare spazio ed esistenza, e sull’eredità della rivista “Souffles” che ha ispirato il titolo di questa “Invocazione”. .
In preparazione alla 36a Biennale di San Paolo, una serie di programmi pubblici chiamati “Invocations” vengono organizzati anche a Les Abymes, Grande-Terre, Guadalupa; Zanzibar, Tanzania; Tokio (Giappone).
Ogni edizione riflette il concetto espositivo “L’umanità come pratica” da uno specifico contesto locale, riconfigurandolo ed espandendolo attraverso eventi dal vivo e pubblicazioni. Lo scopo delle “Invocazioni” è quello di espandere il vocabolario dell’umanità nei punti di intersezione tra diverse longitudini e latitudini.