Lotta contro l’HIV –
Il Cantone vuole garantire la sostenibilità del checkpoint vodese
Interrogata al Gran Consiglio, Rebecca Ruiz annuncia “consultazioni” sul futuro del centro fiduciario gay.
Pubblicato oggi alle 16:33
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- Martedì il Gran Consiglio ha discusso del futuro del Checkpoint Vaud.
- Profa, che dirige il centro, sta valutando una riorganizzazione, suscitando timori di “diluizione”.
- Rebecca Ruiz promette consultazioni per mantenere la coerenza nelle azioni statali.
- Il Checkpoint Vaud è finanziato al 60% da sovvenzioni.
Preoccupazioni per il futuro del Checkpoint Vaud, a Losanna, ha trovato eco martedì al Gran Consiglio. La Fondazione Profa, che cura il centro fiduciario per uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini sin dalla sua creazione nel 2012, sta infatti studiando una riorganizzazione dei suoi servizi. La comunità interessata teme una “diluizione” dell’azione di un luogo che ha dato prova di sé soprattutto nella lotta contro l’HIV. Di fronte ad una situazione che considera “confusa”, il medico curante Vanessa Christinet, presente fin dall’inizio del Checkpoint, ha presentato le sue dimissioni.
Durante il question time al Gran Consiglio, il deputato socialista Julien Eggenberger ha voluto sapere se al Consiglio di Stato interessa garantire la sostenibilità del checkpoint vodese. La direttrice del Dipartimento della sanità e dell’azione sociale (DSAS), la socialista Rebecca Ruiz, si è dichiarata consapevole “della preoccupazione delle squadre e delle persone che frequentano il Checkpoint Vaud”. Pur riconoscendo che Profa era impegnato a “preservare la sostenibilità” del centro.
Consultazioni in vista
Il DSAS annuncia un intervento nelle discussioni in corso. Rebecca Ruiz parla di “consultazioni” con la comunità colpita dall’azione del Checkpoint Vaud. Il consigliere di Stato ha citato in particolare l’Aiuto svizzero contro l’AIDS nonché gli esperti coinvolti in progetti che riguardano la popolazione LGBTQI+. L’obiettivo è “tenere meglio conto delle esigenze e delle preoccupazioni”. Rebecca Ruiz ha anche menzionato la necessità di perpetuare “la coerenza delle azioni sostenute dallo Stato” in questo settore. Anche il medico cantonale si metterà in contatto con la direzione della Profa.
Checkpoint Vaud beneficia del sostegno finanziario pubblico. Il suo budget di circa 1,6 milioni di franchi è finanziato per il 60% con sussidi del Cantone, dell’UFSP e dell’Aiuto svizzero contro l’AIDS e per il 40% con i proventi delle prestazioni (soprattutto consulenze).
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