Invece di una manifestazione politica, Jamm ak Njarin di Ndioum ha semplicemente offerto un festival. Un evento in grande stile il cui punto di partenza è stato l’annuncio del ritorno della carovana del presidente Ba. Il convoglio, che aveva attraversato le profondità del dipartimento, era atteso alle 19 a Ndioum.
Momento scelto dalla marea umana che si allarga a perdita d’occhio, per invadere la città. Lei è felice. È eccitata. Canta, balla e mette in risalto le diverse sfaccettature della cultura Haal Pulaar.
Migliaia di orde di individui, di tutte le età, competono con ardore, attraverso l’intera estensione della comune. Una foresta di gambe che si contendono la strada. Nessuno vuole che gli venga detto cosa sta succedendo. Un evento che, di sicuro, entrerà negli annali della storia, qui a Ndioum.
Ovviamente, il 17 novembre 2024 non ci saranno combattimenti a Podor, Ndioum e nel resto del dipartimento. Per molti si tratterà soltanto di una formalità elettorale a favore di Jamm ak Njarin.
Amadou Ba, come tutti i presenti, ha recepito bene il messaggio. “La mobilitazione e l’impegno di Ndioum ma soprattutto questa rabbia e questa passione dei giovani mi vanno dritte al cuore. La tua accoglienza è onorevole. Questa è la prima volta. Sono passato di qui durante le elezioni presidenziali, ma quello che vedo nel dipartimento tra ieri e oggi non l’avevo mai visto prima.
Una soddisfazione che, però, non sostituisce la sua amarezza di fronte al disagio delle popolazioni rivierasche del fiume, dopo l’alluvione. “Fouta deve affrontare innumerevoli difficoltà, l’ultima delle quali riguarda le inondazioni. Oggi i raccolti vengono distrutti, gli habitat sono crollati e la vita umana è seriamente minacciata. Avrei voluto mettere piede ovunque, per condividere il dolore delle popolazioni, da Fouta a Kolda passando per Bakel”.
L’innalzamento delle acque ha causato molti danni, “da qui l’urgenza che le autorità diano prova di responsabilità di fronte a questa situazione che rischia di peggiorare ulteriormente”. Il leader di Jamm ak Njarin mette in guardia ancora una volta le attuali autorità politiche. “Questo tipo di calamità naturale si intensificherà nei prossimi anni. Ecco perché sono necessarie misure preventive, visti gli effetti del cambiamento climatico”.
La bella e forte mobilitazione degli Ndioumois arriva in un momento in cui la tendenza politica è verso la transumanza. Essenzialmente dissoluto per denaro sonante. Un non-evento agli occhi del leader di Jamm ak Njarin, che crede fermamente che le popolazioni siano sufficientemente mature per dimostrare ai propri consiglieri che stanno facendo la scelta sbagliata. “Dimostrare ai sindaci che si sono uniti ai ranghi del potere che avevano torto. Perché quando guidiamo una comunità non dobbiamo né lasciarla andare né sottrarci alle nostre responsabilità. Dobbiamo assumerli (responsabilità) pienamente. E questo presuppone che abbiamo un briciolo di dignità da mantenere”.