Alla guida di Epik Consulting, società specializzata in recruitment, formazione e valutazione dal 2017, Mahmoud Cherkaoui si distingue per il suo approccio olistico alla gestione dei talenti. Attingendo a strumenti innovativi e partnership strategiche, in particolare con Innermetrix, supporta le aziende nell’identificazione, sviluppo e integrazione di leader in grado di affrontare le sfide della trasformazione digitale e della competitività globale. In questa intervista condivide la sua visione dell’evoluzione del reclutamento predittivo, l’importanza delle competenze umane di fronte alle nuove tecnologie e le specificità dei mercati in cui opera, dal Marocco al Medio Oriente passando per l’Europa.
Gestisci un’azienda specializzata in reclutamento, formazione e valutazione, come supporti le aziende nella trasformazione del loro capitale umano attraverso il reclutamento e lo sviluppo dei dirigenti senior?
Fin dalla creazione della nostra azienda nel 2017, abbiamo sempre considerato il capitale umano come una leva strategica essenziale per la competitività e la resilienza delle imprese. Supportiamo i nostri clienti consigliandoli a identificare e attrarre talenti in grado di guidare con una visione chiara e audace, ponendo l’accento sullo sviluppo continuo delle competenze. Attraverso programmi su misura, garantiamo che i leader siano in sintonia con il loro ambiente e siano in grado di anticipare le trasformazioni future. Il nostro approccio olistico comprende diversi corsi di formazione adattati alle esigenze, nonché un monitoraggio post-assunzione per garantire uno sviluppo armonioso del capitale umano.
In qualità di partner di Innermetrix, leader americano nel campo delle valutazioni psicometriche, in che modo questa collaborazione arricchisce la tua esperienza?
La collaborazione con Innermetrix costituisce un asset importante per la nostra azienda. Attraverso le sue soluzioni psicometriche all’avanguardia, offriamo ai nostri clienti una profonda comprensione delle competenze, dei comportamenti e delle motivazioni dei loro team. Questi strumenti consentono non solo di anticipare la performance, ma anche di personalizzare lo sviluppo dei talenti in base ai loro punti di forza intrinseci. Questo ci dà un vantaggio competitivo offrendo soluzioni basate su dati oggettivi, rafforzando così la pertinenza e la precisione delle nostre raccomandazioni.
Dobbiamo aspettarci nuovi sviluppi nel recruitment predittivo?
Assolutamente. Il reclutamento predittivo si sta evolvendo e noi siamo in prima linea in queste innovazioni. L’intelligenza artificiale e i big data ci consentono di analizzare una moltitudine di variabili per prevedere il successo dei candidati in vari ambienti. Tuttavia, la chiave del successo risiede nella sinergia tra questi strumenti tecnologici e le competenze umane. Stiamo esplorando approcci che incorporano algoritmi sempre più sofisticati, garantendo al tempo stesso che i risultati siano interpretati da esperti in grado di catturare le sfumature umane che le macchine non sono in grado di cogliere.
Operi in Marocco, Europa e Medio Oriente, le problematiche di reclutamento sono simili in queste diverse regioni?
Mentre le questioni globali relative al reclutamento – come la ricerca di talenti qualificati o la necessità di una leadership agile – presentano somiglianze, le dinamiche locali variano. In Marocco assistiamo a una crescente domanda di dirigenti senior in grado di gestire la trasformazione digitale e promuovere l’innovazione. In Europa, le questioni sono spesso legate all’adattamento alle nuove normative nonché alle sfide della diversità e dell’inclusione. In Medio Oriente, la ricerca di profili internazionali e leader con competenze tecniche è fondamentale per sostenere la rapida crescita della regione. Il nostro approccio è quindi necessariamente adattato alle specificità locali, pur mantenendo una prospettiva globale.
L’intelligenza artificiale sta occupando sempre più spazio nella gestione delle risorse umane. Tuttavia, gli ambienti delle risorse umane temono che ciò possa compromettere il rapporto tra dipendenti e azienda. Quali strategie possono essere messe in atto affinché l’uso dell’intelligenza artificiale nelle risorse umane non influisca sulla fiducia dei dipendenti e sull’impegno nei confronti dell’azienda?
L’intelligenza artificiale, pur esistendo da anni, rappresenta oggi un potente strumento per trasformare le imprese. Tuttavia, il suo utilizzo deve essere etico e trasparente al fine di preservare la fiducia tra l’azienda e i suoi dipendenti. È fondamentale spiegare ai dipendenti come e perché l’intelligenza artificiale è integrata nei processi HR, garantendo al tempo stesso che le decisioni finali siano prese da esperti umani. Inoltre, l’intelligenza artificiale può migliorare l’esperienza dei dipendenti offrendo soluzioni personalizzate per il loro sviluppo professionale, benessere e gestione della carriera. Ponendo gli esseri umani al centro dei processi automatizzati, garantiamo l’impegno e la fiducia dei dipendenti.