La Moldavia elegge il suo presidente, tra sogno europeo e influenza russa

La Moldavia elegge il suo presidente, tra sogno europeo e influenza russa
La Moldavia elegge il suo presidente, tra sogno europeo e influenza russa
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Due settimane dopo la vittoria risicata del sì al referendum sull’adesione all’UE, domenica 3 novembre i Moldavi sono intervenuti numerosi per scegliere il loro presidente e confermare, o meno, il loro destino europeo, in un voto funestato da accuse di ingerenza russa – sospetti fortemente smentiti dal Cremlino.

Il capo di Stato uscente filooccidentale Maia Sandu affronta Alexandru Stoianoglo, sostenuto dai socialisti filorussi. Tutti gli analisti prevedono una battaglia serrata. Maia Sandu è arrivata ben avanti al primo turno, il 20 ottobre, con il 42,5% dei voti, ma la sua rivale, che ha raccolto quasi il 26%, può contare sull'appoggio di diversi piccoli candidati.

Per tutta la giornata, hanno riferito le autorità “provocazioni e tentativi di destabilizzazione”. La polizia ha detto che stavano indagando sulla presunta istituzione di “trasporto organizzato” alla Bielorussia, all'Azerbaigian e alla Turchia per consentire agli elettori residenti sul loro territorio di votare nei consolati o nelle ambasciate moldave di questi paesi. Secondo la stessa fonte, attacchi informatici e false minacce di bombe hanno preso di mira anche le operazioni di voto all’estero.

Domenica il tasso di partecipazione è stato significativamente più alto rispetto al primo turno, con lunghe code in diversi luoghi e un numero record di elettori nella diaspora. I primi risultati parziali sono attesi in serata in questo Stato di 2,6 milioni di abitanti.

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Sotto perfusione europea

Tra i due turni, il campo presidenziale ha intensificato la campagna sui social network e nei villaggi per cercare di contrastare la massiccia compravendita di voti che, secondo Chisinau, ha distorto i risultati del referendum, più contestato del previsto (50,35% nel voto). favore del sì).

Dopo aver inserito la sua scheda elettorale nell'urna, Maia Sandu ha chiesto all'azione “contro i truffatori”posizionando il suo ” Fiducia “ nei suoi concittadini “che hanno sempre fatto avanzare il Paese e lo hanno protetto dal male”.

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Di fronte, Alexandr Stoianoglo, con la sua parlata fluida in cui le parole russe spesso si mescolano con la lingua ufficiale rumena, prometteva di esserlo “il presidente di tutti”negando “avere rapporti con il Cremlino” e qualsiasi coinvolgimento “nella frode elettorale”. Venendo al voto con la moglie e le due figlie, si è difeso “una Moldavia che non chiede l’elemosina ma sviluppa rapporti armoniosi sia con l’Oriente che con l’Occidente”.

Questo paese povero, sotto la perfusione europea, è estremamente polarizzato, tra da un lato una diaspora e una capitale prevalentemente favorevole all'integrazione nell'UE, e dall'altro le aree rurali e due regioni, la provincia separatista della Transnistria e la Gagauzia autonoma, rivolto alla Russia.

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Il mondo con l'AFP

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