Giustizia di Ginevra –
Viene derubato di oro e gioielli per milioni di franchi da una cassaforte
Un sospetto si trova attualmente in Germania. Storia di un furto straordinario avvenuto a Ginevra.
Pubblicato oggi alle 11:37
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- Una cassetta di sicurezza a Ginevra è stata presa di mira da un astuto ladro.
- Arrestato a Zurigo un sospettato serbo con documenti italiani falsi.
- L’uomo sarà processato in Germania per rapina.
E. è un investitore ginevrino che vive giorni felici nel cantone. Il 25 marzo si è disilluso recandosi presso l’azienda dove lui e sua madre affittano da anni un box sicuro sul porto. Aprendo il suo armadietto blindato numero 538 contenente oro, gioielli, orologi e metalli preziosi, l’uomo scopre che tutti i loro valori stimati in diversi milioni di franchi sono scomparsi.
Secondo le nostre informazioni gli investigatori trattengono ora un sospettato, arrestato a Zurigo con documenti italiani falsi. Questo serbo, classe 1979 e ricercato da diverse autorità penali, è stato immediatamente trasferito in una prigione tedesca a causa di una rapina.
Stucco per nascondere il “lavoro”
Per le sue malefatte, il detenuto, che durante la sua carriera criminale ha utilizzato fino a 8 pseudonimi (!), si sarebbe spacciato per un nuovo cliente italiano interessato ad affidare i suoi beni a una società di sicurezza a Ginevra. Quindi avrebbe approfittato del suo accesso alla stanza sicura per saccheggiare specificamente E. rompendo il sistema di chiusura interno, senza preoccuparsi.
Secondo un verbale della polizia, la porta blindata della cassaforte era chiusa e incollata con mastice per nascondere l’effrazione: “Non è scattato alcun allarme e non è stata osservata alcuna effrazione nella camera blindata, il che farebbe supporre che il ladro avesse accesso alla volta.” Arrabbiato, E. “credendo la merce affidata in luogo sicuro” ha immediatamente sporto denuncia. La madre, che vive all’estero, farà lo stesso ad agosto.
Interrogato in aprile, il direttore della filiale di Ginevra ha subito sospettato questo nuovo cliente italiano. Quest’ultimo ha affittato a sicuro alla tariffa più bassa per un periodo molto breve e nella stessa stanza di E. L’indagato si è recato lì tre volte consecutive e non è più tornato.
Nelle immagini della videosorveglianza datate febbraio, possiamo vederlo entrare nel sito protetto, con un berretto in testa e una valigia con ruote in mano. Durata delle sue visite: ogni volta una ventina di minuti circa.
Contattato, l’avvocato di E., Me Rodolphe Gautier, non nasconde il suo stupore “considerati gli elementi, la leggerezza dell’azienda è confusa: verifica dell’identità e dell’integrità del cliente difettoso, controllo inesistente, sicuro facile da forzare, irruzione nascosta per settimane. Tanto che non è da escludere una complicità interna. Ma invece di assumersi le proprie responsabilità, l’azienda rischia comunque di puntare il dito contro la vittima”.
L’indagine è in corso davanti alla Procura della Repubblica.
Hotel nel quartiere delle Nazioni
Lo scorso marzo la polizia di Zurigo ha arrestato l’indagato e un altro connazionale durante un controllo mentre erano alla guida di una Opel immatricolata in Germania. Gli investigatori ginevrini scopriranno successivamente che un mese prima aveva affittato una stanza per due in un albergo ginevrino in Place des Nations. Che corrisponderebbe all’orario del volo.
Arrestato a Zurigo, il serbo con la valigia non ha potuto essere consegnato alla giustizia di Ginevra. Quest’uomo, sfavorevolmente conosciuto dalla polizia dal 1995, avrebbe infatti commesso una rapina in una gioielleria a Francoforte nel 2013. Attualmente è detenuto in Germania per essere processato. Per questa rapina rischia una pena detentiva di 10 anni.
L’uomo è anche oggetto di un mandato d’arresto emesso dall’Italia per furto di veicoli e furto con scasso nel 2007 in Veneto. Lì dovrà scontare una pena detentiva di 5 anni e mezzo. Quando è stato arrestato nella Svizzera tedesca era in possesso di documenti transalpini contraffatti. E comprato in Italia per 560 franchi, dichiara il suo proprietario.
Si segnala che la società di casseforti di Ginevra ha sporto denuncia contro ignoti per i danni materiali subiti sulla cassaforte. Danno di 5000 fr.
Reagisce il portavoce dell’azienda: “Non è giustificato criticarci per una presunta negligente identificazione del presunto ladro al momento della conclusione del contratto di locazione. Anche nel caso di specie è avvenuta l’identificazione. Non vediamo come questa identificazione, che ha permesso alla polizia di identificare il presunto ladro, sarebbe stata incompleta.
Che dire dell’ipotesi di complicità interna formulata dai denuncianti? «Non possiamo escludere la complicità con il finanziere che sostiene di avere valori stimati in più di 3 milioni di franchi nella cassetta di sicurezza affittata da sua madre», conclude il portavoce.
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