Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso, giovedì, di rinnovare per un anno il mandato della Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO). Questa decisione, registrata nella risoluzione 2756, estende il mandato della missione delle Nazioni Unite fino al 31 ottobre 2025. Questa risoluzione, sponsorizzata dagli Stati Uniti, riafferma inoltre il sostegno del Consiglio di Sicurezza all’iniziativa marocchina per l’autonomia del Sahara, un piano proposto dal Marocco nel 2007 come soluzione duratura alla controversia regionale.
La risoluzione 2756 riconosce l’iniziativa marocchina come una “base seria e credibile” per porre fine a questo conflitto, in conformità con le precedenti risoluzioni delle Nazioni Unite. Sostiene inoltre gli sforzi in corso del Segretario generale delle Nazioni Unite e del suo inviato personale per il Sahara nella ricerca di una soluzione “realistica, pragmatica e duratura” basata sul compromesso.
Acquisita dal Marocco e nuovi elementi integrati nella risoluzione
Il Regno del Marocco si è compiaciuto dell’adozione della risoluzione. In un comunicato stampa, il Ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei Marocchini all’Estero ha sottolineato che la risoluzione preserva i risultati raggiunti dal Marocco e introduce nuovi elementi essenziali per l’evoluzione del dossier. Questa adozione si inserisce in un contesto segnato da una traiettoria “irreversibile” guidata dal re Mohammed VI a favore dell’integrità territoriale del Regno, un processo sostenuto da numerosi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e da diversi paesi influenti.
La risoluzione conferma che le tavole rotonde rimangono “l’unico e solo quadro” per raggiungere una soluzione politica, riaffermando così l’importanza di questo formato negoziale. Designa inoltre le parti interessate, tra cui esplicitamente l’Algeria, citata tante volte quanto il Marocco, come uno dei principali attori della disputa regionale. Il testo ricorda inoltre che la soluzione deve essere “realistica, pragmatica, sostenibile e basata sul compromesso”, principi che sono al centro dell’iniziativa di autonomia del Marocco.
Il ruolo del Marocco nei diritti umani e nella gestione dei campi di Tindouf
La risoluzione accoglie con favore gli sforzi del Marocco nel campo dei diritti umani nelle province meridionali, rilevando le iniziative prese dalle commissioni del Consiglio nazionale per i diritti umani a Dakhla e Laâyoune, nonché l’interazione attiva del Regno con i meccanismi del Procedure speciali dell’ONU. Si chiede inoltre la registrazione delle popolazioni nei campi di Tindouf, nel sud-ovest dell’Algeria, in risposta alle preoccupazioni sulla situazione umanitaria in questi campi.
L’Algeria, identificata come parte in causa, ha tentato di introdurre due emendamenti al progetto di risoluzione, ma queste modifiche sono state respinte dal Consiglio. Inoltre, durante la votazione sulla risoluzione, il paese vicino ha scelto di non parteciparvi, segnalando così il suo isolamento nel Consiglio di Sicurezza, che ha adottato il testo con 12 voti favorevoli e due astensioni.
Il Ministero degli Affari Esteri marocchino ha sottolineato che questa scelta dell’Algeria dimostra “l’isolamento della sua posizione nella comunità internazionale”. La dichiarazione rileva inoltre che questo atteggiamento contrasta con la presunta volontà dell’Algeria di sostenere gli sforzi dell’ONU, mentre la sua mancata partecipazione al voto rivela una posizione “ostruzionista”.
Nel suo discorso pronunciato l’11 ottobre, il re Mohammed VI ha riaffermato l’impegno del Marocco per una soluzione definitiva sotto la sovranità marocchina. Il rinnovato sostegno del Consiglio di Sicurezza all’iniziativa di autonomia è una continuazione degli sforzi del Marocco per far avanzare un processo politico nel quadro delle Nazioni Unite.
LNT
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