Per denunciare le violenze sessuali, decine di manifestazioni davanti ai tribunali in Francia

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Una persona tiene un cartello durante un raduno di associazioni femministe davanti al tribunale di Tolosa, a seguito di un appello nazionale per porre fine alla violenza sessuale, 19 ottobre 2024. FREDERIC SCHEIBER / HANS LUCAS VIA AFP

Processo sugli stupri di Mazan, rivelazioni sull’abate Pierre o stupro seguito dall’assassinio di Philippine: decine di manifestazioni hanno avuto luogo sabato 19 ottobre davanti ai tribunali di Francia per “denunciare la cultura dello stupro”su appello di diversi gruppi femministi.

Uno di loro, Dare Feminism, chiede a “rivoluzione istituzionale”in particolare affinché il “Finalmente giustizia è data alle 94.000 vittime di stupro e di violenza sessuale ogni anno in Francia”.

A Lione più di 300 persone si sono radunate davanti al tribunale, alcune di loro vestite come Rosie la Rivettatrice, tuta e una sciarpa rossa con pois bianchi legati in testa, personaggio della cultura popolare divenuto simbolo dell’emancipazione femminile.

A Parigi, un centinaio di persone si sono radunate davanti al tribunale, portando cartelli e slogan impegnativi “Lascia che la vergogna cambi lato” O “Che cosa fa la giustizia? ». “Basta con la negazione”era scritto su un altro cartello, quando un altro messaggio diceva: “0,6% dei condannati per stupro, si può fare di meglio. »

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“Stop al licenziamento”

A Marsiglia, dove si sono radunate una trentina di persone, diversi manifestanti portavano un cartello con l’immagine di Gisèle Pelicot, cantando “fermare il non luogo” et “condanna per stupratori”. Per Valentine Caffè, 50 anni, è la vicenda Gisèle Pelicot “quasi un caso da manuale”chi può “per ribaltare la legge”sperando che la Francia prenda l’esempio della Spagna, ad esempio, la cui legge Solo sì è sì (“Solo sì significa sì”) decide che spetta all’aggressore dimostrare che esiste il consenso.

Davanti al tribunale di Tolosa, all’inizio del pomeriggio, erano un centinaio i manifestanti davanti ad un grande striscione con la scritta “Stupratore fuori dall’ospedale universitario”. La mobilitazione dell’Alta Garonna ha avuto, infatti, una connotazione particolare, mentre uno studente di medicina condannato a cinque anni di carcere per violenza sessuale dovrà tornare a novembre al tirocinio di medicina di Tolosa.

A settembre, 10.000 persone hanno marciato per le strade della Francia a sostegno di Gisèle Pelicot, che si è rifiutata di tenere il processo a porte chiuse contro il suo ex marito, che l’ha drogata per violentarla e l’ha fatta violentare da decine di sconosciuti. Altri cinquanta uomini, di età compresa tra 36 e 74 anni, sono sotto processo insieme al suo ex marito. “Dedico [ce combat] a tutte le persone, donne e uomini, nel mondo, vittime di violenza sessuale”ha dichiarato alla stampa.

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Il mondo con l’AFP

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