Akhannouch affronta il CESE e ribadisce l’impegno dell’esecutivo

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Nel complesso vortice di sfide che il Marocco deve affrontare, l’abbandono scolastico tra i giovani occupa un posto cruciale. Una constatazione, recentemente studiata dal Consiglio economico, sociale e ambientale (CESE) che ha presentato, mercoledì 8 maggio 2024, il suo parere intitolato “Giovani NEET: quali prospettive per l’inclusione socioeconomica”. Tuttavia, questo giovedì nella sessione plenaria dedicata alla discussione della relazione sullo stato di avanzamento dell’azione del governo alla Camera dei Consiglieri, il capo del governo, Aziz Akhannouch, espresso, riserve sull’efficacia delle soluzioni proposte, ricordando che il Marocco è interessato al potenziale dei giovani.

Secondo Ahmed Réda Chami, presidente del CESE, il numero di giovani NEET (né occupati, né iscritti a corsi di istruzione o formazione) è pari ad almeno 1,5 milioni. Secondo il Consiglio, questa categoria, che costituisce un gruppo vulnerabile che ostacola il progresso nazionale, deve riconquistare l’interesse del governo mettendo in atto iniziative mirate per offrire loro orizzonti promettenti.

Nel suo intervento Aziz Akhannouch ha colto l’occasione per precisare le conclusioni del parere presentato dal CESE.

Queste sfide non sono nuove e voglio sottolineare che il governo è pienamente consapevole della situazione. Le cifre che abbiamo davanti agli occhi, in particolare i 4 milioni di giovani che abbandonano la formazione e la scuola, sono realtà che abbiamo individuato da tempo.», ha affermato il capo dell’esecutivo.

Tuttavia, per Aziz Akhannouch, è tempo di agire e proporre soluzioni concrete. “Ho esaminato attentamente le proposte del CESE, ma devo ammettere che non le trovo convincenti. Come governo, abbiamo già intrapreso riforme nel campo dell’istruzione per ridurre l’abbandono scolastico e includere i giovani nel quadro economico.“.

© Mounir Mehimedate

Da parte sua, il Consiglio ha concisamente osservato che alcune politiche pubbliche si rivolgono ai giovani, ma non sono né integrate né facilmente accessibili a tutti. Un’osservazione contestata dal capo del governo, sostenendo che l’esecutivo sta facendo sforzi indiscutibili per porre rimedio a questo problema e continua a farlo.

“Il nostro obiettivo è garantire che un terzo dei bambini colpiti da questo fenomeno non lo sia più. Per raggiungere questo obiettivo, stiamo concentrando i nostri sforzi su più fronti. Miglioriamo l’accesso ai trasporti scolastici, rafforziamo il sostegno accademico, offriamo attività extrascolastiche arricchenti e incoraggiamo la creazione di scuole di eccellenza“, Egli ha detto.

Inoltre, il progetto della scuola della seconda opportunità è al centro delle preoccupazioni del governo. In questo senso Akhannouch indica: “quest’anno abbiamo aperto 16 nuovi centri e il numero dei beneficiari è aumentato del 10%, raggiungendo 80.000 giovani. Stiamo compiendo sforzi lodevoli per ridurre le disparità sociali e spaziali, in particolare promuovendo l’istruzione delle ragazze nelle zone rurali.“.

© Mounir Mehimedate

Inoltre, il capo del governo ha passato in rassegna le opportunità offerte dal digitale: “stiamo investendo massicciamente nel settore digitale per renderlo un motore per la creazione di posti di lavoro. Il nostro obiettivo è formare 100.000 giovani in questo campo e in futuro impiegare 240.000 giovani nel settore digitale. Abbiamo lanciato iniziative come Forsa e Awrach per rilanciare l’occupazione, soprattutto in tempi di crisi e stagnazione imposti dalla pandemia di Covid-19“.

Per il CESE la comunicazione è il tallone d’Achille di questi programmi non accessibili a tutti. In risposta, Aziz Akhannouch sottolinea che “del programma Forsa hanno beneficiato 21.000 cooperative scelte tra 300.000 domande. Questi dati dimostrano l’efficacia dei nostri programmi e la forza della comunicazione all’interno delle nostre azioni.“.

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