Champions League – PSG-Dortmund (0-1): frustrante per il Paris, ma non ingiusto

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Il gioco: tensione estrema

A differenza dell’andata, martedì è stato il Parigi a mettere pressione. Dieci minuti di duelli vinti, palloni recuperati con grande rapidità e grande padronanza tecnica ma nessuna occasione. Le opportunità, appunto: è quello che manca da tempo a Parigi, davanti a un Parco dei Principi che ha finito per fare freddo. Quanti cross sbagliati quando c’era Gonçalo Ramos in campo? Cross riusciti quando mancava la stazza del portoghese in area? Era necessario calmare un pubblico assolutamente acceso nel primo tempo.

Poi, oltre ad affrontare una difesa di totale serenità per 180 minuti, il club dell’Ile-de-France ha iniziato a giocare contro i montanti. Warren Zaire-Emery (47esimo) – anche se l’arbitro ha alzato la bandiera -, Nuno Mendes (61esimo), Kylian Mbappé (86esimo) e infine Vitinha (88esimo) hanno afferrato il palo o la traversa di un Gregor Kobel che aveva solo una grande parata da effettuare, proprio deviando sulla traversa il tentativo di Mbappé.

La sfortuna ha quindi preso il posto dell’impotenza. Perché, ogni volta, la stessa sensazione: che gli uomini di Luis Enrique avrebbero potuto giocare altre due partite senza trovare difetti all’improbabile ospite di Wembley.

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Kylian Mbappé non avrà pesato nella semifinale di Champions League contro il Dortmund

Credito: Getty Images

I giocatori: il fiasco di Mbappé, il genio del male Dembélé

Kylian Mbappé avrebbe indossato il PSG per la sua ultima partita casalinga in Coppa dei Campioni. La storia si conclude con una prestazione davvero noiosa, come quella dell’andata. Come il suo marcatore o un Ousmane Dembélé eccessivamente disordinato, il Paris mancava di personalità. Lucas Beraldo ha perso il duello che non doveva essere perso. Vitinha era l’unica radura in una serata molto uggiosa.

Di fronte, la cerniera Mats Hummels – Nico Schlotterbeck ha mostrato una solidità indefettibile, e la prima riporta ancora, a quasi dieci anni di distanza, pessimi ricordi ai tifosi francesi.

Il fattore X: una storia di centimetri

Al PSG mancavano molti ingredienti per guadagnarsi il diritto di andare a Wembley il 1° giugno. Il successo è uno di questi. Dopo il doppio palo di Kylian Mbappé e Achraf Hakimi all’andata, martedì il Paris ha colpito nuovamente la traversa quattro volte. Negli ultimi 20 anni, nessuna squadra ha ricevuto tanti soldi quanto il campione di Francia in una stagione di Champions League (14).

E che dire di questo calcio di punizione che, nel giro di pochi centimetri, sarebbe stato un rigore per Ousmane Dembélé, agganciato all’estremo limite dell’area di rigore da Hummels (65esimo) ? I famosi segni del destino che non ingannano.

La statistica: 1/7

Martedì sera il PSG ha perso la sesta partita in sette semifinali di C1. La sua unica vittoria in questa fase della competizione rimarrà quella contro il Lipsia in una partita senza ritorno durante la Final Four del 2020. La definizione di soffitto di vetro.

La dichiarazione: Marquinhos (Canal+)

È un nuovo progetto, un nuovo allenatore, ci sono stati tanti cambiamenti e aspetti positivi per la prossima stagione. Non dobbiamo buttare via tutto adesso.

La domanda: Parigi aveva le carte in regola per essere finalista?

Sarà difficile che la frustrazione lasci i tifosi parigini nei giorni a venire. Raggiungere le semifinali per fermarsi contro il Dortmund, in una zona molto netta della classifica. Ricevi sei volte gli importi nei due incontri. Non segnare contro un BVB considerato sfavorito delle ultime quattro. C’è di che arrabbiarsi: sulla carta poteva sembrare un buon anno.

Ma non bisogna dimenticare che il Paris è stato troppo spesso in svantaggio in questa stagione di Champions League. Dalla prima trasferta calda a Newcastle a questo quarto di ritorno sbloccato da un’esclusione del Barcellona attraverso questa qualificazione all’ottavo all’ultimo minuto dell’ultima giornata, il PSG ha passato molto tempo a soffrire. Secondo dietro al BVB nel girone, il club della capitale ha trascorso 180 minuti senza segnare contro lo stesso 5° della Bundesliga, che subisce più di un gol a partita in campionato. Non può essere una coincidenza. Né una semplice storia di post.

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Gol di Vitinha (PSG) sulla traversa contro il Dortmund in C1 – 05/07/2024

Credito: Getty Images

Questa partita ha messo Parigi di fronte alla sua realtà. Quella di una squadra non ancora matura. In parte perché è molto giovane: aveva l’età media più bassa (24) per una semifinalista dai tempi dell’Arsenal nel 2009. Soprattutto perché è in costruzione, all’inizio dell’era Luis Enrique, e alla fine, a metà strada in questo contesto resta un ottimo risultato, quasi inaspettato in questo inizio di stagione. Anche il tecnico spagnolo le ha provate tutte: con Gonçalo Ramos davanti o senza di lui, con Dembélé al centro o a lato. Non è successo niente. E non possiamo biasimarlo molto.

Ai suoi giocatori, sì. Mentre il Dortmund ha affrontato queste due partite con calma e carattere, al campione francese è mancata personalità. Aveva bisogno di giocatori che uscissero dagli schemi. La tipica descrizione di un Kylian Mbappé delle grandi serate. Ma l’attaccante francese è stato un giocatore normale in tre delle ultime quattro partite del Paris in C1. Ancora una volta, frustrante. E ancora, logica? La gestione del suo caso tornerà inevitabilmente sul tavolo.

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Parigi, anno I o una stagione per niente?

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