Tra la crisi sanitaria o energetica e la carenza di personale, il settore delle case di cura è più che mai costretto a ripensarsi per garantire il proprio futuro, soprattutto finanziario. E questo, sia nella capitale che in Vallonia. Anche se gli anziani sono sempre di più, molti non hanno altra scelta, a causa della mancanza di mezzi, che sperare di ritardare ancora a lungo il loro ingresso in un istituto.
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Giornalista presso il dipartimento Società
Di Patrice LeprincePubblicato il 06/05/2024 alle 06:58
Tempo di lettura: 2 minuti
QPubbliche, private o associative, le case di riposo valloni e brussellesi si trovano oggi a un bivio. Budget ristretti, costi in aumento e numero dei nostri senior: sono molte le sfide che oggi i manager istituzionali devono affrontare. Sul fronte privato, la situazione a Bruxelles desta non poche preoccupazioni.
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Un tasso di posti vacanti che solleva interrogativi
Nel primo trimestre del 2020, all’inizio della crisi covid, la capitale contava 15.541 posti letto di cui il 16,5% (2.256 posti letto) non occupati, secondo i dati forniti da Iriscare, l’ente preposto al riconoscimento e al finanziamento delle case di riposo in Bruxelles. In generale, il numero dei posti letto non occupati ha continuato ad aumentare dal 2019 fino a raggiungere il 21,29% del totale dei posti letto secondo gli ultimi dati disponibili (secondo trimestre 2023).
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