Israele intensifica i preparativi per l’offensiva di Rafah

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Schieramento dell’esercito israeliano nel sud di Israele, vicino al confine con la Striscia di Gaza, 28 aprile 2024. JIM HOLLANDER/UPI/SIPA

Da quando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso a febbraio di continuare la guerra a Gaza fino al “vittoria totale”, lo Stato ebraico ha continuato a dire che il lancio della sua ultima grande operazione, contro la città di Rafah, all’estremità meridionale dell’enclave, era imminente, senza che fossero stati fatti dei preparativi militari. Tuttavia, da due settimane, alcuni segnali indicano che questa minaccia sta prendendo forma, dopo essere rimasta a lungo poco credibile.

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L’esercito ha aumentato i bombardamenti su questa zona di confine con l’Egitto, dove vivono 1,4 milioni di palestinesi, la maggior parte dei quali sfollati a causa dell’avanzata delle truppe israeliane più a nord. L’aereo ha colpito i dintorni del “corridoio di Filadelfia”, una zona cuscinetto creata in collaborazione con il vicino egiziano durante il ritiro israeliano dalla striscia di sabbia palestinese nel 2005. Lo Stato ebraico intende distruggere lì i tunnel di Hamas e completare il muro davanti a Gaza. Prevede inoltre di realizzare un asse di controllo e penetrazione per le sue forze, oltre a quello che già taglia la fascia al centro, più a nord.

In vista di un possibile sfollamento forzato di civili, Israele ha recentemente consentito la riapertura di una conduttura idrica dal suo territorio al sud dell’enclave. Ha inoltre acquistato 40.000 tende, capaci di ospitare ciascuna una decina di persone, destinate ad accogliere gli sfollati. Immagini satellitari analizzate da Il mondo ha rivelato l’installazione nei giorni scorsi di nuove file di tende quadrate bianche a Khan Younès, una città in rovina da cui l’esercito si è ritirato in aprile, dopo quattro mesi di operazioni di terra.

Le autorità egiziane hanno inoltre annunciato che stanno aumentando le capacità di accoglienza dei campi supervisionati dalla Mezzaluna Rossa egiziana a Khan Younes. Funzionari israeliani hanno visitato il Cairo la scorsa settimana per discutere le linee generali di un’operazione a Rafah. Fonti egiziane annunciano una possibile lenta avanzata delle truppe israeliane, che respingerebbero la popolazione di Rafah un isolato dopo l’altro, per sei settimane. Fonti del governo israeliano precisano da parte loro che è prevista una preventiva evacuazione dei civili da Rafah, impresa che potrebbe durare più di un mese.

Nuova flessibilità

Nelle ultime settimane, l’esercito ha inviato due brigate a Gaza per sorvegliare il corridoio militarizzato che taglia a metà l’enclave, vietando qualsiasi passaggio di civili verso il nord, in gran parte spopolato, e fungendo da base avanzata per i raid dell’esercito. Questi uomini dovranno contribuire a mettere in sicurezza il pontone che l’esercito americano ha iniziato a costruire alla fine di questo corridoio e attraverso il quale intende portare gli aiuti via mare entro dieci giorni.

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