Pubblicato il 5 ottobre 2024 alle 09:31. / Modificato il 5 ottobre 2024 alle 09:32.
7 ottobre, un anno dopo
L’attacco di Hamas in Israele e la guerra a Gaza hanno scosso il mondo. Un anno dopo questo devastante 7 ottobre 2023, Tempo racconta il suo impatto sull’intimità delle vite israeliane e palestinesi, nonché le dinamiche che stanno rimodellando il Vicino e Medio Oriente e i dibattiti che agitano la Svizzera.
Il nostro dossier speciale
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Un anno dopo l’attentato del 7 ottobre, Israele è più isolato che mai, anche se alcuni paesi sembrano fare il doppio gioco
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Per la prima volta un paese del Sud ha fatto appello ad un organo giudiziario internazionale contro Israele. Un punto di rottura
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Il conflitto israelo-palestinese approfondisce il divario tra “Occidente” e “Sud” con un’inversione degli equilibri di potere
Il 18 settembre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato a favore della prima risoluzione presentata dallo Stato di Palestina. Ciò richiede il ritiro entro dodici mesi delle forze israeliane dai territori occupati dal 1967. Si tratta di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, la cui colonizzazione è ritenuta illegale dalla Corte internazionale di giustizia. L’ambasciatore israeliano potrebbe benissimo denunciare il “terrorismo diplomatico” per rifiutare questo testo. Dietro di lui si sono allineati solo altri 13 paesi, tra cui la maggioranza di micro-stati del Pacifico e dei Caraibi. Al loro fianco, l’incrollabile protettore, gli Stati Uniti, due paesi europei (Ungheria e Repubblica Ceca), due paesi sudamericani (Argentina e Paraguay) e un paese africano (Malawi).
Durante la stessa votazione si sono astenuti 43 Stati, di cui quasi un terzo tra gli europei, compresa la Svizzera. La maggioranza degli europei, guidati da Spagna e Francia, si è tuttavia schierata a favore della risoluzione palestinese che alcuni avrebbero giudicato, non molto tempo fa, eccessiva. Lo scorso maggio, 143 paesi (su 193) hanno votato nello stesso forum a favore del pieno riconoscimento dello Stato palestinese presso l’ONU invece del suo status di osservatore. E nel Consiglio di Sicurezza è rimasta solo Washington a rifiutarsi di votare a favore del cessate il fuoco a Gaza. Un anno dopo l’attacco del 7 ottobre, Israele è più isolato che mai. La sproporzione della sua risposta e il suo disprezzo per il diritto internazionale umanitario sono prossimi a renderlo uno stato paria agli occhi della comunità internazionale. Tanto, se non di più, della Russia.
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