In Francia cresce la preoccupazione dei difensori delle libertà individuali

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Durante una manifestazione non autorizzata a sostegno dei palestinesi, in Place de la République, a Parigi, il 19 ottobre 2023. DIMITAR DILKOFF/AFP

Oltre trenta sciolti di gruppi o associazioni politiche dal 2017; molteplici divieti di manifestazioni contro la riforma delle pensioni o a sostegno della Palestina; divieto di riunioni politiche come quella di Jean-Luc Mélenchon a metà aprile; convocazione da parte della polizia di esponenti dell’opposizione – ad esempio Mathilde Panot, presidente del gruppo La France insoumise all’Assemblea nazionale – per “apologia del terrorismo” ; la condanna di un dirigente della CGT ad un anno di reclusione con sospensione della pena per lo stesso reato… La Francia sta vivendo uno spostamento autoritario, come denunciano parte della sinistra e dell’estrema sinistra?

Dal 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco terroristico di Hamas in Israele, seguito dalla risposta militare dello Stato ebraico, la mobilitazione attorno alla difesa degli abitanti di Gaza è aumentata di intensità: gli appelli a manifestare si sono moltiplicati, così come le proteste nelle università . Le posizioni politiche, spesso controverse, sono all’ordine del giorno. Nella maggior parte dei casi provengono da sinistra e dall’estrema sinistra, che denunciano un rischio Di “genocidio” da Israele.

Il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, ha emanato una circolare il 10 ottobre 2023, chiedendo “una risposta penale ferma e rapida” di fronte all’antisemitismo e “le scuse per il terrorismo” ChiSsecondo questo testo, è costituito da “parole di elogio degli attentati [du Hamas]presentandoli come legittima resistenza a Israele”.

“Primo turno” dopo il 2015

Ma la svolta repressiva non è iniziata il 7 ottobre. I primi tagli all’esercizio di alcune libertà sono un po’ più antichi, notate coloro che li deplorano. “Un primo spostamento avviene dopo il 2015 e lo stato di emergenza in seguito agli attacchi islamici, poi con l’integrazione di alcune misure nel diritto comune”stima Arié Alimi, avvocato e membro della Lega per i Diritti Umani (LDH).

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Inoltre, da questa data si sono succeduti numerosi movimenti sociali, talvolta violenti, che hanno generato una risposta poliziesca molto vigorosa. Citiamo, ad esempio, l’opposizione alla legge “lavoro” (2016), ai “gilet gialli” (2018-2019); il movimento contro la legge sulla “sicurezza globale” (2021), poi contro la riforma delle pensioni (2023)… “Durante questo periodo abbiamo assistito ad un aumento della violenza da parte della polizia, ad un brutalizzazione del mantenimento dell’ordine, continua l’avvocato. Sul diritto di manifestare c’è stata un’inversione di paradigma: prima la libertà era il principio e i divieti erano estremamente rari. »

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