ByteDance, società madre cinese di TikTok, non intende vendere la sua applicazione, nonostante un ultimatum degli Stati Uniti

Una nuova legge americana vuole costringere il colosso cinese dell’intrattenimento a tagliare i suoi legami con il social network, pena il ban.

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ByteDance non intende rispondere alle ingiunzioni del sistema giudiziario americano. La società madre cinese di TikTok ha annunciato giovedì 25 aprile che non venderà la sua applicazione. Tuttavia, una nuova legge americana gli impone di interrompere i legami con il social network, pena il divieto negli Stati Uniti. “Le notizie della stampa estera secondo cui ByteDance sta valutando la vendita di TikTok non sono vere”ha affermato la società su Toutiao, piattaforma che le appartiene, aggiungendo che non è così “nessun piano di vendere TikTok”.

Il Congresso degli Stati Uniti ritiene che la piattaforma video rappresenti una minaccia alla sicurezza nazionale, a causa dei suoi legami con ByteDance, un colosso cinese dell’intrattenimento. Martedì il Senato ha adottato un testo, promulgato mercoledì dal presidente Joe Biden, che obbliga il gruppo a vendere TikTok entro dodici mesi, pena l’esclusione dai negozi di applicazioni per smartphone sul territorio americano.

Il social network è da anni nel mirino di Washington, che sospetta che l’applicazione venga utilizzata per spiare gli americani e raccogliere informazioni personali, ma anche per servire la propaganda cinese. TikTok smentisce queste accuse, assicurando di non aver mai trasmesso dati sugli utenti americani a Pechino e di non avere intenzione di farlo. “Lotteremo in tribunale”ha detto il capo di TikTok Shou Zi Chew.