senza Apple Intelligence, nessuna salvezza?

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Uno degli sviluppi più interessanti portati dall’iPhone 16 Pro risiede nella sua proposta fotografica. Ricordate, nel 2023, il 15 Pro era (un po’) un parente povero rispetto al 15 Pro Max che beneficiava di uno zoom periscopico x5. Un anno dopo, senza gelosia, l’iPhone 16 Pro e 16 Pro Max mostrano rigorosamente la stessa configurazione fotografica.

Rispetto al suo predecessore, il 16 Pro guadagna quindi uno zoom periscopico 5x e beneficia del nuovo sensore da 48 Mpx per il suo ultra grandangolo, rispetto ai soli 12 Mpx del passato. Troviamo anche Camera Fusion, il binning dei pixel inaugurato su iPhone 15 Pro Max. Ovviamente, questa modalità è più rilevante per i modelli “non Pro”, che non dispongono affatto di un teleobiettivo fisico. Ha ancora la sua utilità su questo iPhone 16 Pro creando una gradita graduazione tra il grandangolo e il teleobiettivo periscopico x5. Passiamo ora a valutare le prestazioni dei tre moduli sulla nostra scena di test…

Modulo principale: 48 Mpx, f/1.8, eq. 24 mm

Il modulo principale offre foto eccellenti, in linea con quanto già offerto dall’iPhone 15 Pro. Dalla nitidezza alla colorimetria all’esposizione, il modulo grandangolare del 16 Pro raggiunge prestazioni quasi impeccabili. La sua dinamica è identica a quella dell’iPhone 15 Pro. È quindi molto corretto, pur rimanendo una tacca sotto il migliore. Ciò sarà visibile in alcune condizioni estreme, dove la resa di una foto non sarà così buona in aree molto scure o molto luminose come, ad esempio, con un Google Pixel 9 Pro XL.

Ma questo terminale brilla soprattutto per la sua capacità di preservare i dettagli fini e per la gestione dei microcontrasti quasi ovunque nell’immagine. Riserva invece una spiacevole sorpresa con un effetto vignettatura sui bordi, in alto a sinistra e a destra, in netto calo rispetto a quanto offerto da un iPhone 15 Pro. Un difetto che però non basta a rovinare la prestazione complessivamente molto positiva di questo modulo principale.

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iPhone 15 Pro Max (24 Mpx, pari a 24 mm, f/1,8, ISO 80, 1/372 s)
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iPhone 16 Pro/giorno (24 Mpx, 24 mm eq., f/1.8, 1/376 sec)

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In condizioni di scarsa illuminazione, Apple rimane fedele al suo principio di non forzare eccessivamente l’esposizione delle sue foto. Il risultato sono foto dalla resa naturale, ma che non mancano di dettagli e mantengono una colorimetria decente.

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iPhone 15 Pro Max (24 Mpx, pari a 24 mm, f/1,8, ISO 80, 1/372 s
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iPhone 16 Pro / notte (24 MP, 24 mm eq., f/1.8, 1/35 sec)

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Modulo ultra grandangolare: 48 Mpx, f/2.2, eq. 13 mm

Come scritto sopra, il modulo ultra grandangolare è l’unico che si evolve a livello tecnico tra iPhone 15 Pro e 16 Pro. E la differenza è abbastanza evidente! Se già gli smartphone Apple se la cavavano bene in questo ambito, il sensore da 48 Mpx porta il modulo ultra grandangolare in un’altra dimensione con una nitidezza decisamente maggiore e una colorimetria meglio gestita.

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iPhone 15 Pro Max (12 Mpx, pari a 13 mm, f/2,2, ISO 40, 1/134 s)
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iPhone 16 Pro / giorno / (12 Mpx, 13 mm eq., f/2.2, 1/138 sec)

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In condizioni di scarsa illuminazione, i progressi sono meno spettacolari, ma comunque presenti. L’immagine risulta meglio esposta, offrendo allo stesso tempo una migliore gestione dei microcontrasti a seconda delle condizioni di illuminazione.

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iPhone 15 Pro Max (12 Mpx, pari a 13 mm, f/2,2, ISO 1600, 1/25 s
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iPhone 16 Pro / notte / (12 MP, 13 mm eq., f/2.2, 1/30 sec)

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Modulo periscopico x5: 12 Mpx, f/2.8, eq. 120mm

Infine, il modulo periscopico con ingrandimento x5 è lo stesso di cui beneficiava il solo iPhone 15 Pro Max dell’anno precedente. Il risultato è tuttavia ancora più gradevole poiché la gestione dei microcontrasti appare più fluida rispetto al passato. Detto questo, vengono preservati un ottimo livello di dettaglio e una colorimetria accurata.

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iPhone 15 Pro Max (12 Mpx, pari a 120 mm, f/2,8, ISO 64, 1/100 s
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iPhone 16 Pro / giorno / (12 Mpx, 120 mm eq., f/2.8, 1/100 s)

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Non sorprende che le cose si complichino in condizioni di scarsa illuminazione. Come per tutti gli smartphone, l’utilizzo del teleobiettivo in queste condizioni produce risultati molto accettabili, vicini a quelli del 15 Pro Max. Notiamo comunque che esposizione e colorimetria sono leggermente migliorate.

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iPhone 15 Pro Max (12 Mpx, pari a 120 mm, f/2,8, ISO 2500, 1/20 s
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iPhone 16 Pro / notte / (12 MP, 120 mm eq., f/2.8, 1/17 sec)

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Modulo frontale, modalità Ritratto e video

Per il resto, anche se il modulo frontale non si evolve con il suo sensore da 12 Mpx, garantisce comunque ottimi selfie. Stessa osservazione per la modalità Ritratto che rimane uguale a se stessa, ovvero ottima. Notiamo invece la comparsa di una nuova modalità Stili Fotografici che permette la possibilità di personalizzare un po’ il tono colorimetrico per ottenere foto più vicine ai gusti dell’utente. Allo stesso modo, la nuova modalità di acquisizione 4K a 120 fps ha particolarmente successo.

Ma ciò che ci ha veramente colpito è stata soprattutto la cattura del suono nei video. Apple promette quattro microfoni “qualità da studio”una migliore riduzione del rumore del vento e una funzione Audio Mix capace di riprodurre meglio le voci in contesti molto rumorosi. Nell’uso, questa funzione – e più in particolare la modalità Studio – risulta piuttosto impressionante, perché isola efficacemente la voce e la rende intelligibile, attenuando i suoni parassiti circostanti.

Sicuramente a volte si verificano dei fallimenti con alcuni sottofondi vocali “metallici”, ma i risultati sono già notevoli, soprattutto perché è possibile applicarli successivamente. Nel complesso, l’iPhone 16 Pro è lo smartphone migliore per quanto riguarda le riprese, anche se alcuni utenti esperti si rammaricheranno del fatto che la messa a fuoco video non sia sempre così veloce come quella di un Samsung Galaxy S24 Ultra.

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