Nel Sud-Est asiatico la politica è un affare di famiglia

Nel Sud-Est asiatico la politica è un affare di famiglia
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DDiventata primo ministro della Thailandia all'età di 38 anni il 16 agosto, Paetongtarn Shinawatra incarna la vendetta di una famiglia: suo padre, Thaksin, eletto nel 2001, è stato rovesciato da un colpo di stato nel 2006, e sua zia Yingluck, salita al potere nel 2011, è stata deposta nel 2014. Si unisce anche a una schiera di “figli e figlie di” nel sud-est asiatico.

In Cambogia, Hun Manet è succeduto al padre, Hun Sen, un anno fa in elezioni senza contese. Nella democrazia filippina, “Bongbong” Marcos, figlio del dittatore estromesso nel 1986, è stato eletto nel maggio 2022 dopo oltre tre decenni di lenta riconquista del potere attraverso elezioni locali e poi nazionali. In Indonesia, Prabowo Subianto ha vinto la presidenza senza contesa a febbraio: genero dell’ex dittatore Suharto, il suo vicepresidente è… il figlio del presidente uscente, Joko Widodo.

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IL « bambini nepo » Sono “in piena ripresa nel Sud-Est asiatico sia nei sistemi democratici che in quelli non democratici”ha notato il Tempi finanziari 24 agosto. Sebbene possa essere confusa con l’autoritarismo puro, come in Cambogia, la politica dinastica spesso pretende di incarnare una terza via: volendo essere rassicurante, tra democrazia e autoritarismo, si ispira allora ai “valori asiatici”, concetto promosso negli anni Novanta da due leader del Sud-Est asiatico, Lee Kuan Yew (Singapore) e Mahathir Mohamad (Malesia). Ma questa rinascita non è priva di forti opposizioni: serve anche da rivelatore delle aspirazioni a una vera democrazia.

Mantenere il controllo attraverso i suoi figli

Prendiamo il caso indonesiano. Il 22 agosto, una massiccia mobilitazione di attivisti pro-democrazia ha ottenuto il ritiro in Parlamento di un disegno di legge volto ad abbassare l'età minima per essere eletti governatore a meno di 30 anni, mentre la Corte costituzionale si era già pronunciata contro. Il motivo? Per impedire a Joko Widodo (noto come “Jokowi”) di mettere il figlio più giovane, di 29 anni, a capo di Giava Centrale o Giacarta alle elezioni locali di novembre. “Il popolo ha parlato”ha accolto con favore un editoriale nel Posta di Giacartail 24 agosto, notando un “profondo risentimento verso 'Jokowi', che ha fatto tutto ciò che era in suo potere per consolidare la sua dinastia politica”.

La coppa era piena: nell'ottobre 2023, la Corte costituzionale ha abbassato l'età dei candidati alla vicepresidenza da 40 a 35 anni, per consentire al figlio maggiore di “Jokowi”, Gibran Rakabuming Raka, di 36 anni, di candidarsi alla vicepresidenza. Un movimento di protesta ha poi portato all'impeachment per “colpa etica” di uno dei giudici della corte, cognato di “Jokowi” – ​​senza tuttavia ottenere la revoca della decisione iniziale. Di conseguenza, Gibran fu eletto vicepresidente.

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