Colpito dalle pestilenze, il mondo agricolo attende la nomina del governo

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Vaccinazione degli ovini contro la lingua blu, a Poix-Terron (Ardenne), 21 agosto 2024. FRANCOIS NASCIMBENI/AFP

Ion eccesso di pioggia e nubi si stanno addensando sul settore agricolo. L'industria dei cereali ha potuto solo notare, dopo raccolti difficili, un calo di quasi un quarto nella produzione di grano da macinazione quest'anno. Allo stesso modo, si prevede che i raccolti attuali saranno magri, in calo di quasi il 18%, rispetto al 2023. Quanto agli allevatori di bovini e ovini, si trovano ad affrontare un'ondata di febbre catarrale degli ovini, ma anche una recrudescenza della malattia emorragica epizootica. È in questo contesto difficile per un certo numero di agricoltori, scossi dalle conseguenze del cambiamento climatico, che sta iniziando una ripresa agricola tesa.

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Un ritorno a scuola iniziato in modo singolare, con un ministro dell'agricoltura dimissionario, in questo caso Marc Fesneau, che ha dovuto gestire questioni scottanti durante l'estate. La nomina di Michel Barnier a Matignon, il 5 settembre, dopo una lunga attesa, è stata subito commentata dalle organizzazioni agricole. Tutte sottolineano il suo periodo a Rue de Varenne, così come la sua esperienza a Bruxelles. Alcuni ricordano la sua gestione di questioni delicate, come la limitazione dell'uso di prodotti fitosanitari o lo sviluppo dell'agricoltura biologica, dove la dimensione ambientale andava di pari passo con gli imperativi agricoli. Altri menzionano il suo piano di sostegno all'allevamento.

Il futuro governo è, in ogni caso, atteso con ansia per dissipare molte incertezze. Lo scioglimento a sorpresa dell'Assemblea nazionale decretato da Emmanuel Macron ha, infatti, bloccato importanti iniziative. La prima di queste non è altro che il progetto di legge di orientamento per la sovranità agricola e il rinnovo generazionale in agricoltura, adottato il 28 maggio dall'Assemblea nazionale. Da allora, è in sospeso.

“Non giochiamo la carta dell’uno o dell’altro partito”

Approfittando di questo vuoto politico, la National Federation of Farmers' Unions (FNSEA) ha lanciato un'iniziativa senza precedenti. Il sindacato ha segnato il suo ritorno al lavoro pubblicando una bozza di legge che ha descritto come “chiavi in ​​mano” e che lui ribattezzò: legge per “impresa in agricoltura”. Una riscrittura del testo approvato dai deputati con molte aggiunte in materia fiscale, ma soprattutto un allentamento dell'uso dei prodotti fitosanitari, con una messa in discussione del ruolo dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e della salute sul lavoro. Assente il tema cruciale del territorio. “Deve essere visto come un contributo strutturato al dibattito pubblico”, reagisce Dominique Potier, deputato socialista di Meurthe-et-Moselle.

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