“Che cosa fa camminare gli uomini saggi? » Le risposte sono in questo titolo dell’album omonimo uscito trent’anni fa: “La passione per il rap”, “la passione per il suono”, “lavorare (s) rime, (s) bassi…” come cantavano i Saggi Poètes de la rue nel 1995. Si tratta anche di camminare “per la gloria”. Ma all’epoca i tre ragazzi ne erano lontani e Boulogne-Billancourt non era ancora uno dei bastioni del rap che era diventato, con gli immancabili Ali e Booba, ma anche Salif e LIM, fino al più attuale, Tuerie o Tissmey.
Quando i fratelli Jean-François e Jean-Jacques Kodjo — alias Melopheelo e Zoxea — formarono con il loro amico Daniel Lakoué — Dany Dan — il trio dei Sage Po’, all’alba degli anni ’90, iniziarono da zero. “Non c’era assolutamente nulla lì”, ricorda l’ultimo uomo. Nessuna vera infrastruttura, nessun modello a cui chiedere consigli, e nemmeno la certezza che una carriera sia possibile.