Judas Priest: invincibile e implacabile

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Con più di 50 anni di carriera, i Judas Priest sono venuti a presentare il loro 19° album in studio e a dimostrare che brandiscono ancora con orgoglio la fiamma dell’heavy metal.

Lunedì 8 aprile ha segnato la data di una nuova alta messa di puro e duro heavy metal allo Zénith di Parigi, con l’arrivo dei pionieri che sono Giuda Sacerdote. Determinati a viziare i loro fan, li portano con sé Sassoneun gruppo heavy metal, che mostra un’energia formidabile dopo 45 anni di carriera.

Sassone

Così, Biff Byford e i suoi scagnozzi presentano uno spettacolo completo, con 13 pezzi messi insieme per un’ora, con poco spazio lasciato per lunghi discorsi e artifici scenici. Fiero di Inferno, fuoco e dannazioneil suo nuovo album energico e brillantemente messo insieme, il gruppo presenta tre estratti, tra cui la traccia del titolo di apertura e i sentiti mid-tempo “There’s Something in Roswell” e “Madame Guillotine”.

A parte la rapida e gradita “Sacrifice”, il resto della scaletta si concentra sui grandi classici degli anni 80. Le supersoniche “Motorcycle Man” e “Heavy Metal Thunder” fanno esultare il pubblico, chiamato a dare il proprio contributo quando il frontman fa votare le canzoni da suonare a due terzi del concerto, senza dimenticare di farli urlare durante l’inebriante “Wheels of Steel”. Il concerto di Sassone non si poteva concludere meglio che con il finale “Princess of the Night”, riservando un finale energico prima di una portata principale promettente.

Gregory Hernandez | Produzioni Gérard Drouot

Scaletta:

  1. Inferno, fuoco e dannazione
  2. Uomo motociclista
  3. Sacrificio
  4. C’è qualcosa a Roswell
  5. E le band continuavano a suonare
  6. Madame Ghigliottina
  7. Tuono di metalli pesanti
  8. Il forte braccio della legge
  9. Crociato
  10. Dallas 13:00
  11. Denim e pelle
  12. Ruote d’acciaio
  13. Principessa della notte

Giuda Sacerdote

Adesso è il momento che le leggende dell’heavy metal britannico facciano il loro ingresso, davanti ad un pubblico tanto compatto quanto entusiasta. Dopo aver scaldato la voce del pubblico con la consueta “War Pigs” dei Black Sabbath, Giuda Sacerdote fa ruggire i riff con l’efficace “Panic Attack”, che funge anche da apertura Scudo Invincibileil loro nuovo album.

I metallari di Birmingham hanno deciso di proporlo ragionevolmente, rappresentandolo con tre titoli. Troviamo così la malinconica “Crown of Horns” e l’implacabile “Invincible Shield”, che accontentano un pubblico convinto e desideroso di canzoni old school. Ecco come è orientata la scelta dei pezzi. A parte un “Lightning Strike” sopravvissuto all’album Potenza di fuoco (2018), e l’immancabile “Painkiller”, la stragrande maggioranza della scaletta proviene dagli anni 70 e 80. I fan possono così urlare i ritornelli dell’immediata “Breaking the Law”, della deliziosamente kitsch “Turbo Lover” o dell’esultante “ Electric Eye”, senza dimenticare di godersi i rarissimi “Saints in Hell” o “Devil’s Child” e “Love Bites”, che fanno il loro ritorno nella scaletta.

Judas Priest Zenith 2024 Richie Faulkner

Gregory Hernandez | Produzioni Gérard Drouot

E quale modo migliore per eseguire una serie di brani messi insieme come un’orchestra d’archi. Nonostante alcune imprecisioni sonore corrette a partire dalla seconda canzone, è chiaro che la squadra, immutata dal 2018, è esperta e talentuosa. I chitarristi del duetto Richie Faulkner e Andy Sneap concatenano riff con facilità mentre passano la palla su assoli eseguiti in modo pulito, mentre la sezione ritmica formata da Ian Hill e Scott Travis batte potentemente a tempo.

Il capitano delle truppe, Rob Halford, a 72 anni, appare a suo agio sia fisicamente che vocalmente. Parigi potrebbe anche segnare la fine del loro tour europeo, ma il frontman sale sul palco con sicurezza e determinazione, onorando i pezzi, che si tratti dell’incandescenza di “Rapid Fire” o delle note alte di “Victim of Changes”, senza dimenticare per onorare i Fleetwood Mac del periodo di Peter Green con la copertina di “The Green Manalishi (With the Two Prong Crown)”.

Judas Priest Zenith 2024 Rob Halford

Gregory Hernandez | Produzioni Gérard Drouot

La ciliegina sulla torta, Glenn Tipton, chitarrista e membro fondatore degli Giuda Sacerdote, si unisce ai suoi compagni di band sul palco per le ultime due canzoni, “Metal Gods” e “Living After Midnight”. Affetto dal morbo di Parkinson, il musicista si trovò costretto ad abbandonare le tournée, riuscendo comunque a premiare il pubblico parigino con un’apparizione tanto rara quanto apprezzata.

Offrendo un concerto compatto senza tempi di inattività, Giuda Sacerdote dimostra che dopo più di 50 anni di carriera, la sua proposta scenica è ancora altrettanto sincera ed incrollabile. Ci vediamo il 23 giugno all’Heavy Weekend per la partita di ritorno!

Scaletta:

  1. Attacco di panico
  2. Hai un’altra cosa in arrivo
  3. Fuoco rapido
  4. Infrangere la legge
  5. Fulmine
  6. Morsi d’amore
  7. Il figlio del diavolo
  8. Santi all’inferno
  9. Corona di corna
  10. Amante del Turbo
  11. Scudo Invincibile
  12. Vittima dei cambiamenti
  13. Il Manalishi verde (con la corona a due punte)
  14. Antidolorifico
  15. Occhio elettrico
  16. Dedito all’inferno per la pelle
  17. Dei del metallo
  18. Vivere dopo la mezzanotte
Scena Judas Priest Zenith 2024

Gregory Hernandez | Produzioni Gérard Drouot

Matteo Davide

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