un concerto languido ma frustrante!

un concerto languido ma frustrante!
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Crediti fotografici: Bestimage

È bastata una sola parola: “ Soldi », e due battiti di mani per catapultare Mahmood in un’altra stratosfera. Nel 2019, il cantante italiano ha fatto irruzione sulla scena dell’Eurovision con la sua hit esplosiva, diventata in breve tempo la canzone italiana più ascoltata di tutti i tempi su Spotify. Secondo classificato nel celebre concorso, l’artista 31enne è oggi una grandissima celebrità nel suo Paese e la sua aura si estende ben oltre i confini alpini. L’uscita all’inizio di febbraio del suo terzo album “Nei letti degli altri” gli offre l’opportunità di presentare le sue composizioni di grande impatto sui palchi d’Europa, ed è proprio sulla facciata dell’Olympia che Mahmood ha iscritto lunedì il suo nome in rosso lettere. “ Ho studiato francese a scuola ma il problema è che ho dimenticato tutto » ammetterà nella lingua di Molière, piuttosto timidamente, pochi minuti dopo il suo ingresso con un aggressivo “NDLA INTRO”. La comunicazione, esclusivamente in italiano ad eccezione di qualche frase in inglese, avrà sicuramente lasciato indietro gli spettatori (le nostre lezioni universitarie sono lontane…) ma quella sera la maggior parte del pubblico risultò, alla fine, di nazionalità italiana.

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Servizio minimo sul palco

Elevato (suo malgrado) al rango di sex symbol, Mahmood arriva sul palco come se fosse appena uscito da una sfilata della settimana della moda, vestito con occhiali futuristici, piumino nero, top trasparente, guanti di pelle e pantaloni ultra larghi pantaloni. Lo accompagnano due cantanti e tre musicisti e… basta. Niente ballerini, niente schermo gigante, niente immagini per coprire le sue canzoni. Per una star del suo calibro, per la quale la direzione artistica è fondamentale, le ambizioni di questo spettacolo sono un po’ scarse… se non addirittura deludenti. Soprattutto la disposizione della scaletta non aiuta a risollevare l’atmosfera. Dopo un’apertura fragorosa ma sconcertante, Mahmood si ritrova sotto un alone di luci per lasciare il posto ad un (lungo) tunnel di ballate. Fortunatamente, il suo carisma è innegabile e la sua voce impeccabile affascina in “Inuyasha”, la languida “Tutti contro tutti”, “Stella Cadente”, l’eccellente “Rapide”, e il cantante include anche un superbo intermezzo in arabo per celebrare le sue radici egiziane. .

“Tuta Gold” prende tutto

L’artista, tutto atteggiamento ma curiosamente quasi timido, ha tuttavia nel suo catalogo pezzi energici con sfumature hip-hop capaci di suscitare folle, ma “Dorado”, “Barrio” o “Kobra” vengono consegnati durante due medley troppo velocemente. Peccato ! Il pubblico si sveglia un po’ con “Sempre / Jamais”, il suo recente duetto con Angèle, e se la cantante belga è assente, i coristi di Mahmood prendono il posto delle strofe con un accento francese più che onorevole. Il vero momento di coraggio del concerto arriva infine durante il bis, quando il musicista fa cantare a tutta Olympia “Soldi” prima di ribadire il punto con “Tuta Gold”, la sua ultima vulcanica hit (70 milioni di stream) che contiene tutto ciò che noi Avrei voluto trovare in un’ora e mezza: audacia e più calore con gli spettatori. La prossima volta?

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