Cancellazione degli accordi Marocco-UE: il bilancio

Cancellazione degli accordi Marocco-UE: il bilancio
Cancellazione degli accordi Marocco-UE: il bilancio
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La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha confermato, venerdì 4 ottobre, l’annullamento degli accordi commerciali sulla pesca e sui prodotti agricoli tra il Marocco e l’Unione Europea (UE). Questa decisione rafforza una sentenza resa nel 2021 dal Corte UE.

Tra gli accordi annullati figurano l’accordo agricolo concluso nel luglio 2019, che modifica i protocolli dell’accordo euromediterraneo, nonché l’accordo di partenariato nel settore della pesca, entrato in vigore nella stessa data.

Il primo accordo estendeva le preferenze tariffarie ai prodotti originari del Sahara, mentre il secondo includeva nel suo campo di applicazione le acque adiacenti a questo territorio. In effetti, l’accordo di pesca è scaduto Luglio 2023. La decisione di venerdì riguarda quindi solo l’accordo agricolo.

All’origine della disputa

Il Marocco non era parte nel procedimento giudiziario. La disputa contrappone il Fronte Polisario – che contesta gli accordi – al Consiglio dell’Unione Europea, firmatario degli stessi accordi con il Regno.

Il procedimento è stato avviato nel 2019 quando il Fronte Polisario ha presentato ricorsi di annullamento contro le decisioni del Consiglio Europeo che approvavano gli accordi.

Nel 2021, il Tribunale dell’Unione Europea ha annullato tali decisioni, portando ad un ricorso da parte dell’ Commissione europea e del Consiglio prima del Corte di giustizia europea. Quest’ultima ha infine respinto i ricorsi, rendendo definitiva la risoluzione degli accordi. Questo è l’oggetto della decisione annunciata venerdì.

Perché l’UE ha presentato ricorso contro l’annullamento?

La Commissione Europea e il Consiglio UE hanno contestato l’annullamento degli accordi con il Marocco, affermando di aver rispettato le necessarie procedure di consultazione e che l’estensione delle preferenze tariffarie ai prodotti del Sahara Occidentale non ha compromesso la validità degli accordi. Sostengono inoltre che il Fronte Polisario, in quanto entità non riconosciuta come rappresentante esclusivo del popolo sahrawi, non ha la legittimità per intervenire.

I ricorrenti ritengono che gli accordi non creino obblighi per il popolo saharawi, poiché non vincolano direttamente questo popolo alle decisioni marocchine. Essi chiedono il mantenimento degli accordi a causa dei problemi di certezza del diritto e delle conseguenze negative di un annullamento.

Tuttavia, la Corte ha respinto queste argomentazioni, sottolineando la mancanza di consenso esplicito da parte del popolo sahrawi.

Motivi di cancellazione

Il Fronte Polisario sostiene che gli accordi sono stati conclusi “senza il consenso del popolo sahrawi”. La CGUE ha stabilito che il Consiglio dell’UE non ha rispettato tale requisito, il che compromette la validità degli accordi. Gli atti delle istituzioni dell’UE vengono annullati quando violano il diritto dell’UE.

Tuttavia, “quando una norma di diritto internazionale richiede il consenso di una parte o di un terzo, l’espressione di tale consenso condiziona la validità dell’atto”, secondo la decisione della Corte del 2021, ora confermata dalla CGUE. La Corte ha invocato il “principio dell’effetto relativo dei trattati”, che il Consiglio dell’UE avrebbe violato.

Ciò detto, non ha escluso la possibilità di un accordo applicabile a questo territorio, a condizione di ottenere prima “il consenso” della popolazione sahrawi, che la Corte considera “terza parte negli accordi contestati”.

Insomma, la Corte ha messo in discussione soprattutto le condizioni di consultazione delle popolazioni delle regioni meridionali, senza però escludere l’applicazione degli accordi in queste aree.

Mantenimento temporaneo degli effetti dell’accordo agricolo

Nonostante l’annullamento sia stato confermato, la Corte ha deciso di mantenere temporaneamente gli effetti dell’accordo relativo alle misure di liberalizzazione dei prodotti agricoli.

La CGUE ha giustificato tale decisione “tenendo conto delle gravi conseguenze negative sull’azione esterna dell’Unione che un suo annullamento immediato comporterebbe e per ragioni di certezza del diritto”.

La reazione ufficiale del Marocco

In risposta all’annullamento degli accordi, il Ministero dell’ Affari Esteri Il Marocco ha affermato che il Regno “non si considera in alcun modo interessato” da questa decisione. Ha chiarito che “il Marocco non è parte in questa vicenda”, che contrappone l’Unione al “Polisario”, sostenuto dall’Algeria, e ha sottolineato che il Paese non ha partecipato alle fasi della procedura.

Nel merito, il Ministero ha criticato una decisione che ritiene viziata da errori giuridici e fatti “sospetti”, denunciando un “palese pregiudizio politico” da parte della Corte.

Anche la diplomazia marocchina ha espresso preoccupazione per la sostituzione della Corte agli organi competenti delle Nazioni Unite, mettendo in discussione posizioni consolidate. In confronto, è stato notato che “il Alta Corte britannica aveva, in una questione del tutto simile, mostrato più discernimento.”

Nel suo comunicato stampa, il Marocco ha chiesto alle istituzioni europee di rispettare i loro impegni internazionali e di garantire la sicurezza giuridica necessaria al Regno. Infine, è stato ricordato che “il Marocco ribadisce la sua costante posizione di non sottoscrivere alcun accordo o strumento giuridico che non rispetti la sua integrità territoriale e l’unità nazionale”.

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