alla scoperta di Marko Gazzotti, protagonista di Les Bleuets

alla scoperta di Marko Gazzotti, protagonista di Les Bleuets
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Marko Gazzotti fa irruzione sullo schermo con la Francia U20 che questo venerdì giocherà la finale della Coppa del Mondo U20 contro l’Irlanda in Sudafrica (19:00 ora francese). Un trofeo che la Francia vuole mantenere dopo i suoi successi nel 2018 e nel 2019. RMC Sport è andato a incontrare le persone che lo hanno visto crescere ad Aix-les-Bains e poi emergere all’FC Grenoble. Segnalazione.

“Nota Marko, con la K”: Sinilga (chiamala Sini) Gazzotti esita a pronunciare questa precisazione. Ma lei insiste lo stesso, con la sua vocina, impreziosita da un residuo di accento, proveniente dall’Oriente, che tradisce l’importanza dell’ortografia. Firma infatti la doppia cultura della prole: “Con suo papà (Frédéric), quando abbiamo deciso il nome, ho chiesto di mettere questo “tocco” che mi riporta alle mie origini, perché a casa la “C” si scrive “K”. A casa è la Lituania, il Paese baltico che ha lasciato nel 1999 per studiare in Francia, anche se si fa chiamare savoiarda. “Ho passato metà della mia vita in questa regione, qui ad Aix-les- Bains”, spiega.

Marko Gazzotti, 7° da sinistra tra i titolari – RMC Sport

Francofila (“Ho imparato la lingua a scuola perché volevo viaggiare”) poi francofona (“Ho fatto un anno alla pari in Corsica”), Sini Pétrauskaïté dal suo cognome da nubile ha ottenuto un BTS d’azione commerciale all’Università di Savoia con, in parallelo, un ritorno alla sua passione, la pallamano, disciplina in cui “ha giocato in tutti i ruoli, tranne il portiere”, sorride.

>> Segui la finale della Coppa del Mondo U20 Francia-Irlanda

Il rugby grazie a suo padre, la voglia di giocare grazie a sua madre

Cinque anni dopo il suo arrivo in Francia, il 24 settembre 2004 ha dato alla luce Marko, che ha ereditato i geni “sportivi” di famiglia: il padre lo ha iscritto dove aveva giocato qualche anno prima, al Football Club Aix-les-Bains ( FCA), club di rugby della città da oltre 120 anni; e la madre gli lascia in eredità la sua irrefrenabile voglia di giocare: “È sempre puntuale, determinato, disciplinato, una chicca da avere nel suo gruppo e una miniera d’oro di bei momenti, testimonia Bernard Janin, uno dei suoi educatori alla scuola di rugby ha frequentato dai 5 ai 14 anni sul terreno allestito sull’ippodromo della cittadina termale, è un modello nel suo genere.” Sini complète : “Un jour, je l’emmène au stade et ses éducateurs annulent au dernier moment, car il neige. Lui, il veut aller sur le terrain, mais personne n’est là pour encadrer ! Il est inconsolable toute l’après -Mezzogiorno.”

Marko Gazzotti, il quinto bambino accovacciato da destra – RMC Sport

Un amico della coppia, Laurent Cavaillé, presidente del club riassume: “Suo padre lo ha portato al rugby e sua madre gli ha trasmesso i valori dell’alto livello, perché per vincere, lei che è sbarcata dalla Lituania in Savoia, questa non è stato facile integrarsi tutti i giorni, ha innegabilmente la sua forza di carattere”. E il suo odio per il fallimento: “Negli U8 e negli U10, un placcaggio fallito lo fa andare su tutte le furie”, dice ancora Laurent Cavaillé.

Laurent Vialettes, capo della scuola di rugby è entusiasta: “È un diamante che vedrò nei tornei, cammina, attraversa tutto il campo. È chiaramente sopra gli altri con velocità ed esplosività. che ho visto raramente .” I ricordi freschissimi – rimane socio del club dal 2010 al 2019 – si colorano però già di tinte “leggendarie” sulle rive del lago del Bourget ma Franck Corrihons, il capo del centro di allenamento dell’altro suo “Football Club”, quello del Grenoble rugby si arrabbia: “Nemmeno lui è “stratosferico”, taglia l’ex terzino e dirigente del FCG. Sì, la nostra unità di rilevamento sul solco alpino – le due Savoie e l’Isère – lo individua e lo porta dentro. Sapevamo che avrebbe suonato, ma da lì a scuotere la casa… Non avrei messo mano a tagliare che in due anni arriva a questo livello, soprattutto perché a questa età ci sono sempre domande sul suo adattamento: lascia la famiglia per un collegio; passa da due sedute a settimana a sei…”

Marko Gazzotti, il 5° bambino da sinistra tra i titolari – RMC Sport

“Fa tutto al 200%”

A cui si aggiunge per Marko Gazzotti, come per tutta la sua generazione 2004 che integra la celebre formazione del Grenoble – 14 giocatori giocano nella Top 14 in questa stagione – un piccolo virus che attanaglia tutti: il Covid. La sua processione di confinamenti, gesti di barriera e allontanamento sociale complica tutto! Franck Corrihons riavvolge: “Il suo primo anno al Crabos, ha giocato solo due partite. Poi, per 18 mesi, ha moltiplicato le sessioni individuali e fisiche”. Dopo un periodo quasi bianco tra il 2020 e il 2021 nel periodo post-covid-19, ora segue una valanga di partite, con un’aggiunta che raccoglie tutte le partite junior al Torneo Sei Nazioni con la Francia, senza dimenticare gli Espoir e qualche partita fogli in Pro D2.

Alla fine, come una gradita resilienza, il giovane savoiardo si nutre di questa avversità globale, muscoli il suo corpo e il suo gioco: “È così autodeterminato, sa così tanto dove vuole andare. Ha tutto questo nei suoi occhi così tanto che ‘ora sta saltando i passaggi, chiaramente.” Una traiettoria segnata dal sigillo “di famiglia”: “Fa tutto al 200%, sorride Sini, la mamma. Lui è come me, credo. Volevo a tutti i costi farcela in Francia, quindi ho sempre fatto di tutto per arrivarci E Credo che abbia funzionato…”

Anche per lui e senza clamore: “Dopo la semifinale vinta contro gli inglesi, quando l’ho al telefono gli chiedo perché mi incuriosisce molto: “Di’ a Marko, perché non ti vedo nei video di gioia negli spogliatoi. Dove sei?” Lui risponde: “Non mi interessa, è il campo, è giocare e vincere che mi interessa”. Questo è tutto Marko, discrezione e azione prima di tutto. È un po’ come me anche io…”

Marko Gazzotti, 3° fila, 6° bambino da sinistra – RMC Sport

Può ancora migliorare sui suoi passaggi

E gli altri ingredienti della ricetta? “È più “secco” in quel momento di adesso ma già non ha paura: placca, si rialza, una, due, tre volte nella stessa azione. Non ha mai il freno a mano” sbanda Bernard Janin. “Cresce man mano che sale un gradino, che alla fine non è mai troppo alto. Si adatta subito grazie a questo fisico dominante”, continua Franck Corrihons. “Poiché non sopporta di essere secondo, fa di tutto per imporsi ed essere al livello degli altri”, giudica Laurent Cavaillé.

Senza dimenticare i suoi occhi che disegnano la sua ambizione: “A prima vista, è “freddo” con il suo sguardo scuro, devi cercarlo un po’, descrive Franck Corrihons. È diretto, onesto, onesto nel suo coinvolgimento nel lavoro. Ma dà tanto, tanto, tanto…» Forse troppo? «Se vuole fare carriera lunga, deve risparmiarsi un po’». E lavorare sul suo punto debole individuato alla scuola di rugby: « Tecnicamente, non ha un passaggio mostruoso”, ricorda Bernard Janin. “Soprattutto il suo passaggio con la mano sinistra e le sue uscite in mischia”, aggiunge Franck Corrihons.

Ma per il resto non cambia nulla. Del resto non cambia nulla: “Di fronte all’Inghilterra, l’ho visto fare quello che ha fatto con me, soprattutto nel suo ultimo anno di U14, ricorda Bernard Janin. Siccome non si tira indietro, gli avversari cercano di “infastidirlo”. Ma non va fuori di testa, anzi, sul rivestimento successivo, lo aggiusta in modo più potente, inviando così un messaggio nelle regole dell’arte. E fa il poliziotto: “Di fronte agli inglesi, ha fatto come in una delle nostre partite”, annota l’educatore sabaudo.

Nel mirino di Tolosa e UBB

Ora dobbiamo occuparci del resto. Prima gli studi: “Con l’anno impegnativo a livello agonistico, non è stato in grado di fare quello che voleva – la gestione finanziaria – dopo aver conseguito il diploma di maturità nel giugno 2022”, racconta la madre. La sua carriera: “Si è scelto da solo il suo procuratore, ma so che la sua priorità è giocare, giocare e giocare. Lo lasceremo in pace”, aggiunge. Lì sarà sicuramente il papà ad avere un’opinione sulle proposte che cominciano ad arrivare, mentre l’UBB e il Tolosa gli sussurrano all’orecchio da molti mesi: “Fa parte di questa generazione un po’ impaziente, per forza di cose, osserva Franck, correggiamo, ma l’anno scorso ha dimostrato di essere rimasto con noi”. Salvo l’altro potente club della regione, anche il LOU si interessa a lui visto la nomina a direttore sportivo di Fabien Gengenbacher, l’ex capo dell’atleta del capoluogo d’oltralpe!

Sapendo che ci sono anche le realtà economiche di un club, il FCG che si è salvato in extremis il posto in Pro D2 con una rivoluzione di palazzo ponendo alla sua testa dal 10 luglio un nuovo presidente. E fin dal suo primo discorso, il dossier Gazzotti si invita al gioco del botta e risposta della sua prima conferenza stampa: “Siamo in guerra economica, alcuni (i club) fanno rilanci e offrono cifre astronomiche ai giocatori, spiega. Dopo “, è anche la capacità di dargli fiducia. Per aver discusso a maggio con lui e il suo agente, non è affatto in una logica di partenza. Ma lo è stato prima di tutte le avventure del club. È un giovane, giocatore brillante che deve ancora imparare. Era molto deluso dal fatto che ci siamo dimenticati di lui nelle fasi finali, in particolare la finale (di Pro D2 contro Oyonnax). “

Presto campione del mondo U20?

E ora arriva la prossima, la più immediata: questa finale mondiale: “Un ragazzino della scuola rugby che sarebbe campione del mondo, sarebbe un tale motivo di orgoglio per la FCA, si entusiasma il boss, Laurent Cavaillé Ma è già un modello, soprattutto da quando un altro giovane, del 2005, lo ha reso il periodo di massimo splendore degli Under 18 francesi, Léo Boullier”.

Nel prepartita, Sini Gazzotti non ha intenzione di stravolgere nulla nel suo rito: “Un semplice sms, sempre breve, spiega. Abbiamo parlato per mezz’ora martedì ma poi lo lascio stare. Due parole: “bravo gioco. Niente di più.” E l’angoscia dei genitori? “Non mi preoccupo per lui perché conosco la mole di lavoro per arrivarci e so in anticipo gli sforzi che farà per vincere; è più per la squadra che ho paura. Voglio solo che vinca . Periodo.”

Vittoria che significherebbe titolo iridato: “Ne parlavamo martedì con lui, ha fatto delle ricerche e ha trovato tracce di rugby in Lituania solo con una partita contro la Svezia nel 1993. Quando sono partito non ho nemmeno sapere che questo sport è esistito. E tanto meno che suo figlio sarebbe stato l’attore di una finale mondiale, trent’anni dopo…

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