l’inflazione per il 2024 si attesta al 117,8%, in forte calo rispetto al 2023

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L’inflazione in Argentina si è attestata al 117,8% nel 2024, un calo di quasi 94 punti rispetto al 2023 (211,4%), per il primo anno di presidenza dell’ultraliberale Javier Milei, secondo le statistiche ufficiali.

L’aumento dei prezzi di dicembre (+2,7%) pubblicato martedì dall’Istituto nazionale di statistica (Indec), anche se in leggero aumento rispetto a novembre (+2,4%), continua la forte tendenza al rialzo. decelerazione per diversi mesi.

Per il terzo mese consecutivo, l’inflazione è contenuta al di sotto del 3%, il livello più basso degli ultimi tre anni nella terza economia dell’America Latina. Anche se al 117,8% sui dodici mesi, rimane uno dei più alti del mondo.

I dati confermano “la continuità del processo di disinflazione”, ha accolto il ministro dell’Economia, Luis Caputo, dopo la pubblicazione dell’indice di dicembre e dell’anno trascorso. Si rallegra “dell’ottavo mese consecutivo di decelerazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente”.

In un anno di governo, l’ultraliberale Javier Milei ha ritrovato l’equilibrio di bilancio al prezzo di un “aggiustamento shock”, di una forte svalutazione del 54% e di tagli netti alla spesa pubblica.

Dopo un picco nel dicembre 2023 (+25,5%) sotto lo shock della svalutazione, l’inflazione mensile ha iniziato una graduale ma costante decelerazione: +13,2% a febbraio, +8,8% ad aprile, da maggio inferiore al 5%, e da ottobre inferiore al 3%.

Vittime collaterali dell’austerità di bilancio: potere d’acquisto, occupazione e attività economica, che hanno precipitato l’Argentina nella recessione, dove la povertà ha colpito il 52% della popolazione nella prima metà dell’anno. La povertà è in diminuzione negli ultimi mesi, afferma il governo citando la cifra, contestata, del 38,9%, mentre l’Osservatorio specializzato dell’Università Cattolica cita il 49,9%.

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