Nel mezzo del fiasco della fallita espulsione di un influencer algerino, la destra e l’estrema destra chiedono ancora una volta la fine del trattato firmato tra Parigi e Algeri nel 1968.
Giovedì 9 gennaio, l’Algeria ha rifiutato l’espulsione dalla Francia dell’influencer algerino Doualemn, sebbene sia di nazionalità algerina. Va detto che alla persona accusata dalle autorità francesi di aver incitato ad atti violenti su TikTok è già vietato l’ingresso… in Algeria. Mentre Doualemn veniva rimandato in Francia dalle autorità algerine, la destra e l’estrema destra si facevano avanti. Nel loro mirino: un trattato franco-algerino che faciliti l’insediamento dei cittadini algerini in Francia.
Da Jordan Bardella a Édouard Philippe passando per Éric Ciotti, tutti reclamano da tempo la fine di questo trattato firmato nel 1968. Trattato al quale l’attuale presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, si è sempre rifiutato di porre fine, quando addirittura anche i rapporti con l’Algeria sono diventati teso. Anche questo venerdì mattina, sulle onde di BFMTV, il deputato del Raggruppamento Nazionale, Jean-Philippe Tanguy, si è detto irritato: “Siamo soggetti al regime algerino da più di 50 anni”. Ma in realtà di cosa si tratta?
Sempre meno vantaggi
Firmato sei anni dopo l’indipendenza dell’Algeria e mentre la Francia era crudelmente priva di manodopera, proprio nel bel mezzo dei Trenta Anni Gloriosi, questo trattato mirava a facilitare l’immigrazione economica tra la Francia e la sua ex colonia. In programma: misure allentate per l’arrivo in Francia e il rilascio dei permessi di soggiorno, ma anche tempi di attesa ridotti (12 mesi invece di 18 per gli altri stranieri) per il ricongiungimento familiare. Questo trattato però è già stato modificato tre volte in passato, ricorda BFMTV. A poco a poco, molti vantaggi furono rimossi. Si noti inoltre che, mentre l’insediamento degli algerini è in parte agevolato, le disposizioni relative alle espulsioni sono le stesse previste per qualsiasi straniero. In altre parole, un algerino soggetto all’obbligo di lasciare il territorio francese (OQTF) non beneficerà di alcun privilegio.
Una possibile fine del trattato non senza conseguenze per Parigi
Oggi, per rimettere in discussione questo accordo è necessaria l’approvazione dell’Eliseo. Per quanto riguarda la sua rimozione, questa potrebbe rivelarsi non così auspicabile come alcuni suggeriscono. In effetti, Parigi non è immune dalle ripercussioni di Algeri. Per quanto riguarda l’immigrazione, in primo luogo, l’Algeria potrebbe decidere di ridurre il numero dei lasciapassare consolari, senza i quali la Francia non potrebbe più espellere eventuali algerini, in particolare nell’ambito dell’OQTF.
Sul fronte economico, sarebbe anche un peccato se il governo algerino decidesse di far pagare il prezzo elevato di questa scelta politica al commercio tra i due paesi, che sta andando particolarmente bene. L’Algeria, il suo gas e il suo petrolio sono stati infatti più che benvenuti negli ultimi anni, mentre la Francia voleva ridurre la propria dipendenza dal gas russo, nel contesto della guerra in Ucraina, per citare solo questo.