Un pescatore senegalese attira l’attenzione sul genocidio a Gaza issando bandiera palestinese sulla sua barca

Un pescatore senegalese attira l’attenzione sul genocidio a Gaza issando bandiera palestinese sulla sua barca
Un pescatore senegalese attira l’attenzione sul genocidio a Gaza issando bandiera palestinese sulla sua barca
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AA/St. Louis, Senegal / Fatma Esma Arslan Özdel

Situata a 250 chilometri dalla capitale Dakar, nel nord del Paese, al confine con la Mauritania, la città di Saint-Louis è considerata uno dei principali centri di pesca del Senegal grazie ai suoi 40 chilometri di costa.

Nel villaggio di pescatori di Guet Ndar, canoe di legno colorate e dipinte a mano espongono ogni sorta di bandiere, appese per essere facilmente visibili in alto mare.

Alcuni pescatori optano per la bandiera della loro squadra di calcio preferita, altri scelgono quella di un paese che ammirano o semplici pezzi di stoffa colorata.

Tra queste canoe in fila in attesa di salpare, ce n’è una che spicca: mostra una bandiera palestinese che sventola al vento.

Questa bandiera, che da un lato riporta i colori della Palestina e dall’altro l’immagine della Moschea di Al-Aqsa, cattura immediatamente l’attenzione, anche a diversi metri di distanza, in mezzo a questa esplosione di colori.

Indossando le bandiere palestinese e senegalese sul giubbotto di salvataggio e avendo dipinto le taniche di carburante e altre attrezzature da pesca con i colori della bandiera palestinese, il pescatore Ameth Yama Ba ha dichiarato all’Agenzia Anadolu (AA) il suo incrollabile sostegno alla Palestina.

– “Sono un pescatore, questo è tutto quello che posso fare”

Soprannominato “Mr Weather” tra i pescatori della zona, Ba ha detto di gestire gruppi WhatsApp in cui condivide informazioni sulle condizioni meteorologiche.

Ha chiarito che attraverso questi gruppi raggiunge migliaia di persone e talvolta approfitta di questa piattaforma per diffondere messaggi di sostegno alla causa palestinese.

Avendo seguito da vicino le notizie in Palestina per molto tempo, Ba ha detto di essere stato profondamente colpito dal genocidio di Gaza. Ispirato da un hadith del profeta Maometto: “Se vedi un male, correggilo con la mano; se non puoi, correggilo con la lingua; e se questo è ancora impossibile, disapprovalo nel tuo cuore”, Ba ha pensato a cosa avrebbe potuto fare di fronte all’ingiustizia a Gaza.

“Sono un pescatore, quindi ho deciso di issare sulla mia barca le bandiere palestinese e della moschea di Al-Aqsa. Queste bandiere rappresentano la nostra identità in mare aperto. Qui puoi vedere tutti i tipi di bandiere. In mare ci riconosciamo spesso grazie a loro, volevo essere riconosciuto come colui che sostiene la Palestina”, ha confidato.

Ba ha detto di aver issato la bandiera palestinese sulla sua barca nel dicembre 2023 e di aver dipinto attrezzature come le sue canne da pesca e le taniche di carburante con i colori della bandiera palestinese.

Notando di aver sensibilizzato altri pescatori sulla causa palestinese, Ba ha detto: “Condivido anche le informazioni meteorologiche in diversi gruppi WhatsApp dove ci sono pescatori provenienti da sei paesi diversi. Questi gruppi contano più di mille membri. Nei miei post utilizzo sempre le foto della bandiera palestinese. A volte condivido anche notizie sulla situazione a Gaza. Come pescatore, questo è tutto quello che posso fare”.

Ba ha espresso il desiderio che l’intera comunità musulmana si unisca a sostegno della Palestina e che vengano applicate sanzioni contro Israele.

– L’amicizia storica tra Senegal e Palestina

I legami tra Senegal e Palestina risalgono agli anni ’60, dopo l’indipendenza del Senegal dalla Francia.

Noto per il suo incrollabile sostegno all’indipendenza palestinese, il primo presidente del Senegal, Léopold Sédar Senghor, ha partecipato, insieme ai suoi omologhi della Nigeria, del Camerun e dell’ex Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo), ad una missione di mediazione in Israele per conto di l’Organizzazione dell’Unità Africana (OUA).

Dal 1975, il Senegal presiede ininterrottamente il Comitato delle Nazioni Unite per l’esercizio dei diritti inalienabili del popolo palestinese.

Il Senegal, che è stato uno dei primi paesi africani ad autorizzare l’apertura di una missione diplomatica palestinese sul suo territorio nel 1989, è anche uno dei primi stati ad aver rilasciato un passaporto diplomatico all’ex presidente palestinese Yasser Arafat.

Va ricordato che sotto il mandato di Senghor, il Senegal ha interrotto tutte le relazioni diplomatiche con Israele dopo la guerra arabo-israeliana del 1973 fino al 1992. Oggi è considerato uno dei più stretti alleati della Palestina in Africa.

Tradotto da Adama Bamba

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