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07 gennaio 2025 |
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©Todd Macdonald

ss Articolo da Denis Sanglard

Dall’Inghilterra con amore…dichiarazione d’amore all’Inghilterra? Sì e no. Hofesh Shechter dà uno sguardo critico al suo paese d’adozione. Terra di contrasti, di paradossi, divisa tra tradizioni consolidate e modernità assertiva, tra colazione e un atteggiamento decisamente punk, pompato e di circostanza. Una cultura dirompente, dove sotto la patina di una cosiddetta flemma leggendaria si nasconde anche violenza sociale e politica. Ma qui non più politica, è una cartolina, uno sguardo soggettivo che non sfugge consapevolmente ai cliché, una visione disinnescata da una certa ironia, ma che sottolinea anche ciò che può essere esplosivo in questa schizofrenia di “un paese diviso tra poli così opposti”. La danza qui continua a uscire dal tracciato, crollando gravemente prima di riprendersi sempre provvisoriamente. Come queste uniformi scolastiche così britanniche si logorano presto, questi studenti subito spettinati, dopo una prima scena di una dolcezza troppo angelica per non nascondere una verità più cruda e sotterranea. Troviamo ovviamente ciò che definisce la danza di questo coreografo, un’ibridazione permanente di stili, dalla danza urbana al folklore, qui made in UK certo, ma non solo, questa ostinata e sempre tesa decompartimentalizzazione, un’arte consumata di rottura secca e assoluta fluidità nello stesso slancio e un’energia infernale talvolta portata fino alla trance e all’esaurimento volontario. Questo è ciò che ci frustra qui, trovare una sintesi del know-how di un coreografo che non cerca di rinnovarsi, si ripete un po’, e sembra girare un po’ in tondo. Per chi non conosce Hofesh Shechter, è sicuramente un’introduzione, un perfetto e impeccabile riassunto del lettore, ma cosa?… Niente di nuovo sotto l’ombrello dell’Inghilterra. Di quadro in quadro, tagliato e sublimato dalla luce di Tom Vissier, è un racconto un po’ teatrale – e questa teatralità è nuova o almeno più assertiva di quanto lo fosse finora – spesso confuso nel soggetto e nelle intenzioni e i cui eventi o addirittura riferimenti storici sono difficile da capire. Corpi sparati con mitragliatrici, cadaveri trascinati, scene di cannibalismo si affiancano a feste studentesche, pure battaglie in passerella, tè delle cinque che si trasformano in catastrofi o momenti curiosamente rurali e molto dolci. Fantasie o realtà storica, in assenza di chiavi o riferimenti restiamo alquanto dubbiosi di fronte a quello che talvolta assomiglia ad un annus horribilis ricominciato. Ma la danza resiste comunque ai nostri pregiudizi. Dall’energia illimitata dispiegata nella musica sacra di Thomas Tallis o Purcell, William H. Monk e Edward Elgar, e dall’inarrestabile maestria tecnica e dalla forza d’impatto dei ballerini dello Shechter II, compagnia creata per la promozione dei giovani danzatori contemporanei , che non cancellano ovviamente le forti personalità qui impegnate con passione e innegabile talento in questa visione di un’Inghilterra così contrastata e che, ammettiamolo, in questo abbraccio febbrile e ribollente nel suo trattamento fondamentalmente ci sfugge.

©Todd Macdonald

Dall’Inghilterra con amore, coreografia e musica di Hofesh Shechter

Luce: Tom Visser

Costumi: Hofesh Shechter

Direzione delle prove: Chien-Ming Chang

Tecnica di regia: Oran O’Neill

Dipartimento illuminazione: Alan Valentine

Avec: Holly Brennan, Yun-Chi Mai, Eloy Cojal Mestre, Matthea Lára Pedersen, Piers Sanders, Rowan Van Sen, Gaetano Signorelli, Toon Theunissen

Musica aggiuntiva: Edward Elgar, Thomas Tallis, Henry Purcell, William H. Monk

Dal 6 al 18 gennaio alle 20:00

Sabato alle 15, domenica pausa

Durata 1 ora

Teatro della Badessa

31 rue des Abbesses

75018 Parigi

Prenotazioni: 01 42 74 22 77

www.theatredelaville-paris.com

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